Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

,ciato a violentare la violenza altrui, a imporre il proprio potere ai poteri tradi– zionali: governi, imprese economiche, masse, ecc. Questa politicizzazione del movimento contiene certamente i pericoli, i compromessi, i decadimenti, ma senza di essa il pacifismo resterebbe soltanto una idea disperata, un gesto di cuore, una discreta pagina nella storia della filosofia umana. Se il movimento pacifista non-violento non ha ancora scoperto la parola adatta, l'alternativa immediatamente comprensibile; alla gente comune; se è ancora lontano dal divenire quel governo dell'umanità in esilio che sarebbe indi– spensabile organizzare; la strada che esso sta percorrendo da una decina d'anni è però - finalmente - diretta agli scopi prescelti. VIRGILIO GALASSI uomo CONSORZIO e CONVIVENZA S[RVll[ S E li contenuto della filosofia non può che essere la meditazione con– dotta sui fatti umani, nella loro sto– rica concretezza, la filosofia polltlca dovrà, a maggior ragione, identificar– si con lo studio del rapporti umani. come si pongono nell"ambito di un gruppo o di una comunità. Per inten– dere il valore di questi rapporti è ne– cessario, a mio avviso. chiarire tre punti fondamentali: 1) Gli uomini. In conformità alla loro natura. sono vissuti sempre tn gruppo: dalla notte dei tempi i:er es– si convivere significò sopravvivere. es– 'Sendo Impensabile (o pensabile solo astrattamente) una vtt.a solitaria. 2) La vita di gruppo, iniziando con la famiglia e poi con Il gruppo fa– miliare. nel primi tempi ha avuto certamente un carattlere consortile. nel senso che gli Individui godevano lo stesso trattamento (sorte). pur es– sendo già differenziate le loro man– sioni. Ad un certo momento, dentro I gruppi. e roi nelle relazioni fra I gruppi stessi. si sono venule formando 7u0 ,·ere e prorie convivenze, con le rela– tive gerarchie del privilegio e della servitll. L'asservimento, che è il fatto umano più importante, verificatosi nel– la vita dell'uomo, nel mentre si svol– geva il suo processo dinamico d'lnct– vllimento. ha snaturato il significato di quella conviVenza originaria In cui l'uomo era condizionato sì dall'am– biente esterno, ma era libero all'in– terno, essendo questa sua libertà ga– rantita dalla « par condicio» di tuttl gli appartenentl al grupi:-o, che Igno– rava ancora la proprietà privata o In– dividuale. Si conferma così che la pro– prietà privata è all'origine dell'asser– vimento dell'uomo all'uomo. 3) Il passaggio da una libera con– vivenza ad una convivenza servile o ad una convivenza servile di un grup– po nei conrrontl di un altro grup– po. non può essere storicamente col– locato: si può solo dire che è avvenu– to in un'epoca non remota dall'inizio della storia umana, in un'epoca mar– ginale della preistoria. Infatti le cul– ture primitive presentando tutte la

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