Volontà - anno XVI - n.11 - novembre 1963

Gramsci, pur fra opposte polemiche, ha scritto una volta che in fondo all'anarchismo vi è un elemento libertario tipico, metapolitico. Questo ele– mente sopravvive. a mio parere, alle manifestazioni e crisi storiche del movi– mento anarchico; circola nella società. Vi può essere, come per tutte le formazioni di gruppo, una politica di progresso, di liberazione, come una politica di conservazione. di rea'zione. Voglio dire che gli schieramenti politici - nelle loro reali configurazioni ideali e sociali - sono. alla fin fine, assai più complessi di quanto non appaiono agli ortodossi e ai settari di tutte le scuole e di tutte le confessioni. Questo è il primo dato di fatto da cu~ muovere per un dialogo posi– tivo. Ora. a mio avviso. il nucleo libertario nell'epoca moderna si è definito: a) nei confronti della dittatura della torghesia democratica; b) nei con– fronti del centralismo socialista, all'interno del movimento socialista. Lo schema può apparire - ed appare a me stesso - troppo grossolano e som– mario. Tuttavia questo schema, con tutti i limiti di una Ipotesi di lavoro e di ricerca, offre il vantaggio di consentire di cogliere la complessità del problema sociale e ideale che sta davanti a noi; offre la possibilità di un discorso che punti sulla comprensione, senza compromessi Ideali, senza ricorso a tattiche politiche, senza conciliazione dei conflitti, senza ignoranza delle contraddizioni esistenti. Sono ben lungi dal definire Malatesta semplicemente e semplicistica– mente: - «l'anarchico)>. Sarebbe una nuova forma (o vecchia) di ((culto della personalità>>. Pure l'esperienza di Malatesta è in qualche modo, nel suo tempo. esemplare. Ma riflette. appunto, i datt della storia e della società di fine secolo. Lo stesso discorso potrebbe, ovviamente. farsi per altri am– bienti e altri periodi storici, per altri gruppi e altri uomini. Parlo di Mala– testa, perchè la sua esperienza è più vicina ai miei studi, all'ambiente del socialismo anarchico italiano, e perchè su di esso è caduto il discorso ini– ziale di Vietar Garcia. essendo Malatesta, in qualche modo. per la sua ricca esperienza Internazionale e internazionalista, rappresentativo di momenti e problemi e Ideali più generali di altri militanti dell'anarchismo. Quale è stato il momento più felice e più tipico di l\falatesta? A mio avviso quello di tine secolo. Quando appunto, in modo soggettivamente e oggettivamente più chiaro e marcato che non in altri momenti della sua attività, il legame dialettico fra il nucleo libertario (razionale) e il movi– mento operaio (reale) si è posto in forme dinamiche e costruttive. Natural– mente concorrendo con altre forze (la storia è di tutti) alla elaborazione di una nuova società. Sono quindi d'accordo con chi pone al centro di tutto il dibattito il rapporto fra movimento anarchico e movimento prole– tario. Come sono d'accordo, dal punto di vista del metodo, con chi sotto– linea che ((concorrono diversi fattori al fatto reale che le masse operaie siano lontane. o meglio, Ignorino ciò che rappresenta l'anarchismo» (E. G. Fontaura). Ma il rapporto fra anarchismo e lavoratori va inteso dialetticamente. Va esaminata cioè la questione storica se non vi sia stato un processo di 662

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