Volontà - anno XVI - n.11 - novembre 1963

Come già ho detto, la madre aveva stabilito che Giovanni seguisse la car– riera ecclesiastica, e, a questo scopo, era riuscita di buon'ora a fargli con– ferire il titolo di protonotario aposto– lico. Quando raggiunse l'età di 14 anni gli permise di andare all'Università di Bologna per studiare diritlo canonico. (Questa Università era allora, con quella di Parigi, una delle più antiche e migliori del mondo). Non era passato un anno che la ma• dre morì in pochi giorni. E' da presu• mere che Pico non avesse abbraccia– to la carriera ecclesiastica con grande entusiasmo e con molta convinzione, poichè, non appena avvenuta la morte di sua madre abbandonò subito gli studi canonici e si dedicò alle lettere. Era naturale che uno spirito a– vido di conoscere tutte le espressioni del pensiero com'era il suo, non rima– nesse indifferente di fronte al movimen– to del « Nuovo Umanesimo» che allo– ra si manifestava e si allargava fra gli intellettuali di tutta l'Italia, e che era sorto come reazione alla fredda « sco– lastica » non solo come indirizzo let– terario o scuola di filologi, ma anche e soprattutto come nuovo indirizzo della vita e scoperta dell'umano. L'uo– mo, attraverso l'umanesimo, non si contentava più di contemplare la na– tura, ma voleva dominarla. a creare una sintesi dottrinale, in cui tutto sembrava aver trovato il suo giusto equilibrio. Ma nel secolo succes– sivo fu di nuovo in crisi ad opera di Ockham che dissociò la filosofia dalla teologia, e, ancor più fortemente, in seguito per il suo irrigidirsi in un dom– matismo assurdo e per la mancata comprensione dei vivi problemi della cultura. Passata attraverso nuovi ar– rangiamenti (ha la pelle dura la Chie• sa!) si protrasse fino alla Rivoluzione Francese che soppresse l'insegnamen– to ecclesiastico e dette all'insegnamen– to della filosofia moderna una prepon– deranza assoluta, trovando poi di nuo– vo una nuova forma nel secolo XVIII nel ritorno a San Tommaso, anche se studiato e ripensato alla luce del pen– siero moderno. La ~scolastica» fu criticata da quan• ti vollero ragionare e non vollero as• soggettare il loro pensiero ad una pre– sunta fede, come il trionfo della dia– lettica pura che non ammetteva criti– ca: naturalmente fra tutto questo fa– re e disfare, fra tutto questo creare, aggiustare e ricreare di nuovo fra tutti questi uomini ligi al domma e alla Chiesa, non mancarono pensatori di valore che, sia pure alla loro maniera, emisero di tanto in tanto qualche sprazzo di luce nuova. Non a torto Leibniz potè dire: «Persino nel leta– maio della scolastica si torva un pò La « scolastica », questa forma di in- d'oro nascosto». segnamento medioevale basato sul dog- (Continua) ma, creata nei conventi e nelle chiese vescovili, aveva avuta la sua origine dal IX al XII secolo ed aveva influen– zato il pensiero contemporaneo fino al secolo XIII, epoca in cui Sant'Alberto Magno e San Tommaso d'Aquino, fa– cendo un magnifico cocktail di pensie– ro cristiano ed aristotelico, riuscirono Un indirizzo utile! quello della nuova J. MASCII LIBRERIAINTERNAZIONALE S. Polo rio terà del NombolJ, 2718 · VENEZIA 641

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