Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

Pertanto, l'uomo, non contento d'essere schiavo, vuole rimanere in tale con• dizione e, per ciò, forgia egli stesso le proprie catene ed un certo giorno, per ot– tenere una libertà del tutto relativa, inventò lo Stato. L'idolo è ora creato, in tutto il suo laido orgoglio, per produrre, in un quo– tidiano travaglio fatto di credulità e di rassegnazione, il dolore tirannico che sottomette lo schiavo, il quale vorrebbe scrollarsi di dosso quella tirannia ma non osa, nè tenta alcunchè, mentre Potrebbe farlo senza grandi sforzi. Eticnne La Boetie, nel suo scritto, ha precisamente dimostrato che tutti gli sforzi dello schiavo sono dire1ti a mantenere la propria condizione che è quella di soffrire per il lavoro che compie e di faticare perchè perduri il suo male. Ma deve lo schiavo sempre fotic;Jre? Che incroci le hraccia e presto ap– parirà all'orizzonte l'aurora d'una libcrnzionc. Rivolta passiva, d'accordo! Ma essa può determinare l'abballimento di tut– to un servaggio. « Suvvia, plebe paziente, folla .sottomessa, scruta te stesso e sonda il ruo cuore inerte con sincerità; comprendi la tua prostrazione secolare da– vanti a tutto ciò che fu brntale e cinico, la tua fretta nauseante per darti dei padroni, per trovarli quando mancavano: guarda l<l tua viltà e la tua insulsaggine proverbiali; confessa la llla intenzione di non te• ner conto delle esperienze comviute e delle più evidenti lezioni; rico. nasci la tua prodigiosa indifferenza per tutto ciò che dovrebbe inte– ressarti, la flla completa mancanza di fierezza, la tua stuvenda inco– scienza, i tuoi is1i11tidi sgualdrina che non può fare a meno del lenone. O pubblico eccellente, sei pure tu un po' colpevole di quanto ti fa male, dolce come sei con chi t; maltratta e tanto scontroso con clii ti ama. Ungete il villano, vi pungerà: il vecchio proverbio è sempre nel vero. Fa', dunque il tuo esame di coscienza e quella rivoluzione· elle tu - mo/. to pazientemente - attendi tulta infiammata, d; che cosa e da chi non si sa, incomincia a farla tu stesso!• Ecco pertanto un aspetto dell'insegnamento lasciatoci dal La BOCtie nel suo saggio: occorre che noi stessi facciamo una revisione dentro di noi, delle no– stre conoscenze e delle nostre esperienze, cioè c'è bisogno di rivedere le no– stre credenze, di riesaminare quanto veneriamo ed adoriamo. Occorre, se vor– remo adoperarci per la nostra liberazione, uscire dal cerchio delle nostre ido– latrie, finire di compiacerci di parole e di rrasi e rige1tare ques1'abominevole frode sociale che è il rispetto. Bisogna tendere verso questa rivoluzione personale prima di voler inse– gna:-e agli altri le strade che portano alla liberazione. E' indispensabile abbat– tere i padroni, non quelli che pensiamo che ci rendono schiavi, ma quelli che ci asserviscono interiormente. Conosci te slesso insegnò continuamenle Socrate ed Eticnne La Boetie successivamente dimostrò che siamo schiavi di noi stes– si. Ci invita a ribellarci contro noi stessi. Affrancarsi da sè: ceco la chiave libe• ratricc della nostra « Servitù volontaria•- La salvezza è in noi cd è quanto, su un piano più generale e sociale, si esprime con questo pensiero: « L'emancipa– zione dei lavoratori sarà l'opera degli stessi lavoratori •· 509

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