Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

Sembra una favola, ma di queste favole è vissuto per secoli tutto il Mezzogiorno- Non è il serio Galanti che racconta l'altra storia di quel parroco molisano che dava come i,.-e– nitenza ai suoi fedeli l'obbligo di pian– tare alberi fruttiferi, tanto più nume– rosi quanto più grossi erano i pecca– ti e-ammessi? Da secoli, una parte (da un quinto ad un quarto, a seconda delle epoche) della popolazione napoletana vegeta nelle più miserabili condizioni mate– riali. La miseria - più o meno rea– listicamente descritta dagli scrittori napoletani, dalla Serno a Maretta, a Rea, a Bernari, a Prisco - esiste be– ninteso un po' dovunque nella città partenopea, ma è sopratutto concen• Irata nei quartieri dei cosidetti bas– si (presunti alloggi che si trovano tal– volta addirittura al di sotto del li~ vello del mare), patria di un vero e proprio sol toproletariato, dal quale uscirono un tempo i • lazzaroni» del cardinale Ruffo ed escono oggi gli • scugnizzi • e quei camorristi che da ormai vent'anni controllano, all'ame• rìcana, il mercato della frutta e dei legumi che arrivano a Napoli dalla sua campagna. • Lasciando le grandi arterie - scri– \'c il già citato Petcr, uno scrillore che ha visitato apoli pressapoco nello stesso perioclo in cui nasceva la • So– cietà del Risanamento• - penetrate in queste strade da dove vi arriva un odore di umidità e di marciume. Vi troverete presto nella città ripugnan– te. sconosciuta a molti napoletani, a qualche passo pertanto dal palazzo con i balconi di marmo, dai giardi– ni di aranci. dal mare azzurro: sia– mo nella città della miseria. Qui po- trete camminare fino alla stancheu.a in piccole strade, larghe appena due metri, storte come budella le cui alte case sono così vicine che una meZ?.a oscurità vi regna anche nelle giornate più luminose dcli' estate. Delle botteghe oscure, dei piccoli por• toni fangosi si aprono sulla pubblica via. Le case minacciano rovina, mol– te sono state appuntellate, i muri so– no grigi, solcati dall'alto al basso da ammuffiture verdastre. Gli intonaci sono talmente marci che ogni disin– fezione è impossibile ... Nel mezzo del– la strada stagna un liquido infetto formalo dalla riunione delle acque che servono agli artigiani per il loro lavoro e alle donne per il bucato e la cucina... Entrate in una casa di questi tristi quartieri, un piano è di– viso in piccole stanze, ognuna delle quali è abitata da una famiglia, spes– so in compagnia di animali ... In una unica stanza si mangia, si dorme, si cucina. Spesso la famiglia dorme su degli stracci... Esistono abitazioni an– cora più tristi come le cantine del Palazzo Villanova, del Monte Calvario e del Pendino, dove perfino un coni– glio diventerebbe anemico. Questi disgraziati hanno almeno un giaci• glio; la condizione di quelli che, per qualchce soldo, devono procurarsene uno ogni notte è più deplorevole an– cora. Numerosi sono poi quelli che passano addirittura la none all'a– perto, nelle SI rade. Una quantità di :,tracci appesi alle;; finestre permeltono appena di intravedere un angolo di cielo blu. E' qui che vive agg1omera10 il popo– lino napoletano. Dei fanciulli seminu– di si rotolano sul suolo coperto di immondizie e le strade formicolano 499

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