Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

stero di compilare per questa legge un cipi di una società democratica. Se mol- regolamento molto largo• per non • in. te di quelle norme furono travolte dal- ccppare in alcun modo lo sviluppo• del. la caduta del regime, altre, purtroppo !a nuova industria, l'industria del cinema. rimasero. Questo diceva Turati. Come non dar ra- Nel 1945 il cinema italiano riacquistò gione, pertanto, a Giolitti, quando a sua la sua libertà, ma solo in parte. Il pri- volta afferma che la censura cinemato- mo provvedimento legislativo sul cine- grafica t! un servizio reso all'industria, ma, dopo la liberazione, sancisce: • L'e- ia quale ha quindi il dovere di pagarm sercizio dell'attività di produzione del ic spese? film è libero•· Esso abroga quindi tut- Queste ed altre storture l'opposizione te le norme emanate fino al 1943 (elimi– socialista le accetta tranquillamente. nando, tra I altro, la censura preventiva Solo il bilancio preoccupa Treves e Tu- dei soggetti e l'obbligo del nulla osta rati. Nella Camera italiana del 1913 non per la produzione dei film). • salvo le un solo deputato d'opposizione capì qua• norme della legge di pubblica sicurezza le veleno contenesse la ., leggina• di e del regolamento per la vigilanza go– Giolitti. Ma forse lo capirono tutti, e vernativa sulle pellicole cinematografiche, allora bisogna dolorosamente ammettere approvato con il R.D. 24 settembre 1923 ». che lutti riconoscevano la necessità e La censura, come si vede, sopravvive, la legalità di quel veleno. Perciò, a ed è lo stesso governo di coalizione an– Montecitorio neppure una voce si levò tifascista che accetta il compito, non so a ricordare che libertà e censura sono quanto ingrato, di imporre il rispetto di inconciJiabili tra loro, non una voce di- certe leggi dcll'èra di Mussolini. li de– fese il diritlo di vedere degli italiani. creta è firmato, tra gli altri, da Ferruc– Tutto pacifico e scontato: « l'ordine pub- cio Parri, Palmiro Togliatti, Giovanni blico », il « decoro nazionale•, il « pre- Gronchi. stigio delle pubbliche autorità•· E la Due anni dopo, nel 47, il governo - Camera approvò con oceanica maggio- del quale fanno ancora parte i comunisti ranza, 220 voti favorevoli e 9 contro, la e i socialisti - presenta e fa approvare legge sulla censura Cinematografica. La all'Assemblea costituente una legge che quale, in cinquant'anni, è stata più voi- istituisce l'ufficio centrale per la cinema– te modificata, ma nella sua sostanza non tografia, al quale è affidato, tra l'altro, è camhiata. il compito di concedere il nulla osta per Non mi è qui possibile neppure rias- la proiezione in pubblico dei film e per sumere alcuni decenni della storia par- l'esporta.tione, previa revisione dej film lamentare della censura, tanto più che stessi da parte di speciali commissioni dovrei ripetere quanto ho scritto (mi si secondo le norme del regio decreto 24 scusi l'autocitazione) in un capitolo del settembre 1923. mio Processo allo spettacolo. E' neces- Ma non basta. Il governo antifascista, sario, invece, vedere che cosa è accaduto col pieno consenso dei socialisti e dei alla fine della seconda guerra mondiale. comunisti, ridà vita alla censura pro- li crollo del fascismo non significò. co- \·entiva del soggetto. La stessa legge, in– me è noto, abrogazione almeno di tutte falli, dispone che il produttore « ha fa– le sue leggi più incompatibili con i prin- coltà di sottoporre la sceneggiatura alla 470

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