Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

mbcria, ogni specie di privazione, ccc.! Non gli si può dm vero dire ciò se ~i vuole che non ridano a crepapelle! • .;. C'è tutta una letteratura di tipo popolare intorno alla miseria dei lavo– ratori, che, alla fine del secolo scorso ed ai primi di questo, si poteva gene• ralizzare. Luisa Miche!, Kropotkin, Faure, fra i compagni più predisposti alle considerazioni di tipo sociologico, presentavano il deplorevole stato di miseria degli operai e le condizioni imprescindibili per una sana ritorsione. Non man– cavano anche i letterati che riproducevano un ambiente sociale estremamente deprimente per i salariati: Mirbeau, Zola, Giovanni Verga, Blasco lbàiiez, Hauptmann, ecc... In verità tutto ciò adesso non corrisponde alla realtà attuale nella quale si sviluppano, economicamente parlando, i produttori, particolar– mente in paesi come iJ Nord-america, l'Olanda, la Svizzera, la Svezia, e alcuni altri. Pure in nazioni meno floride nella loro vita economica, vi sono anche coloro che vivono, come lavoratori, senza dolersi della loro sorte. Da quanto ho esposto si deduce che in alcune zone a tipo operaio sinda– cale non si può portare avanti una propaganda che non risponde più allo stato sociologico di mezzo secolo fa. Si impone, a mio parere, un'ampia revisione dei metodi di propaganda, di captazione anarchica. E ciò facendo, non si può nemmeno ilimenticare l'opera dei marxisti, i quali approfittando della propen– sione tanto gregaria e propria delle masse in generale ad attenersi mental– mente a quello del minimo sforzo, propugnano un dirigismo che rende inutile lo sforzo intellettuale dell'individuo il quale non ba altro che seguire la rotta che fissano i • leaders •· Ben sapendo che Ja nostra, posizione è agli antipodi di quella marxista, giacchè partiamo dal fatto che l'individduo, in tanto che ele– mento cosciente, deve autodeterminarsi, ed è quindi più complicato e più dif• ficile fare dei proseliti. Da ciò deriva che la nostra propaganda oltre alla ri– cerca di quanto sia possibilmente la più prodiga di risultati, bisogna renderla facilmente assimilabile. Si deve tener conto, in relazione al tema che ci occupa, che sono numero– si i paesi sottomessi a draconiani sistemi dittatoriali, fascisti e comunisti, dove, evidentemente, i sindacati sono vincolati al dirigismo statale e poco è ciò che si può fare nella clandestinità per influenzarli sull'aspetto libertario. Naturalmente, senza protensioni di definitività, credo che quanto sopra abbia un fondamentale senso di risposta a ciò che si domanda nel primo que– sito della vostra inchiesta. E. G FONTAURA 458

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