Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

quirldi con una base culturale molto limi- Perchè la speranza del collaboratore-let– tara", inviava lo scritto che facciamo se- tore non venga meno e perchè, e{fettiva– guire, sperando "di contribuire a far na- mente, l'argomertto - meglio, gli argo– scere nei più capaci quel desiderio di por. menti - meritano tutta l'attenzione da tare l'anarchismo sempre all'altezza dei parte del movimento, invitiamo "i capaci" tempi moderni". ad "interve,zire". Or~anizzazione social libertaria Quando si parla di organizzazione la maggioranza degli uomini corrono con il pensiero ad un tipo o forma di autorità, costituita o da costituire. L'organizzazione sociale deve essere necessariamente autoritaria, oppure esi– ste un grosso equivoco da chiarire? Purtroppo l'uomo in generale è educato ed a– bituato a considerare lo Stato quale suprema forma civile di organizzazione della vita sociale. Non è ancora stato provato però che tale forma di organizzarsi ri– sponda pienamente ai bisogni dell'uomo. L'atteggiamento dell'uomo in campo sociale è, a mio modo di vedere, una com– binazione pluralistica di azioni individuali e collettive; le posizioni unilateralmen– te individualistiche oppure collettivistiche sono atteggiamenti che non risponda– no ai bisogni vari dell'uomo. Quando l'uomo crea in arte, nel lavoro, nelle scienze, quando sceglie un li– bro, un film, un'opera teatrale, nei rapporti con la donna, nello scegliere una ami– cizia piuttosto che un'altra e così via, compie vari atteggiamenti individuali. As– sume un comportamento collettivista: nel lavoro associato nel sindacato, nei cam– pi di assicurazione e previdenza sociale, nell'abbonarsi alla RAI-TV ccc ... Trala– sciando l'atteggiamento individualista, è ovvio che le svariate forme di vita collet– tiva vanno organizzate; ed il problema in discussione è appunto «quale forma or– ganizzativa sia da preferirsi». Organizzazione autoritaria oppure organizzazione libertaria? E' scontata, per un anarchico, la scelta del sistema libertario, mentre la mag. gioranza degli uomini sceglie (sono educati a scegliere) il sistema autoritario, del quale la massima espressione è rappresentata dallo Stato. Troppo vi sarebbe da dire sulle malefatte dello Stato, che si intromette anche nella vita individuale oltrechè in quella collettiva, e, per ora, credo che basti un invito ad esaminare la ricca pubblicistica anarchica in materia. Essendo l'organizzazione autoritaria, basata sulla gerarchia dei poteri, sulla coercizione di questi nei confronti dei subordinati, generatrice di sfruttamento e di corruzione, (senza contare la conseguenza della degradazione della dignità umana) viene a creare un'atmosfera di conformismo, di assenteismo, nei più con una congenita difficoltà ad assorbire le sporadiche istanze di rinnovamento (vedi 438

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