Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

~ituazionc d'inferiorità sul piano della concorrenza e dei prezzi nei mercati mondiali. Questo processo di modemizzaz.ionc deU'impianto industriale si mise tutta. via in marcia assai lentamente. Nel 1907 - dicono le statistiche - nel mondo intero si producevano appena 20 milioni di 1onnellate di petrolio, che rapprc~cniavano il 7% dell'energia uti. liuata ncll'in~icme dalle oflicinc, il resto e~scndo rappresentato dall'eleuri– cità e dal gas naturale (dal 3 al 49,o) e dal carbone (dall'89 al 9090). Per dare un'idea dei progressi rcaliz– t.ati dopo il 1907, basti sapere che, nel 1961, il mondo ha prodotto circa un miliardo e cento quaranta milioni di LOnnellate di petrolio (50 volte di più), che rappresentano il 49% dell'energia tot~1lc utiliuata nel mondo, il resto Cl). ~endo rappresentato per il 12% dall'c– lct1ricità e dal gas naturale e per il 39°0 dal carbone. Evidentemente trat– ta!l.1di cilre medie, il che significa che non 111 tulle le naziom del mondo l'L"– nergia utilizzata corrisponde alla per– centuale rispettiva per le dette tre sor– genti principali. In America, per escm• pio, le industrie lavorano all'82% col carbone, l'elettricità e il gas naturali; in Francia, lavorano al 40% col petro– lio, al 50% col carbone, ed al IO~ocon l'clctt ricità e col gas naturale. Per queste ragioni, per i prezzi di costo, tanto del loro consumo interno quanto sul piano della concorrenza sui mercati esterni, gli Stati Unili si tro– vano in una situazione migliore dei Ru~!ii. Fra i due: la Francia, l'Inghil– terra, l'Italia, la Germania. Si comprenderà dunque facilmente come le nazioni meno favorite cerchi• no, con tutti i mezzi, di procurarsi del 422 petrolio, mentre le più favorite, pure con tutti i mezzi, cerchino di conserva– re quello che hanno a loro disposizio– ne, giacchè, nelle strullure attuali del mondo, il problema del profitto è so– vrano. Il - La geografiadel Petrolio Le fonti del petrolio, nel mondo, so– no limitate di numero e possono essere suddivise in due modi: per paesi e con riguardo alla finanza. Per paese: il miliardo e 140.000.000di tonnellate di petrolio prodotto nel mondo si ripartisce, grosso modo, in quattro grandi masse: Gli Stati Uniti d'America con 380 milioni di tonnel– late; il Medio Oriente con 280 milio– ni; il Mondo oc comunista» con 270 mi– lioni; i diversi altri paesi con 210 mi– lioni. Finanziariamente parlando: non vi sono che due specie di petrolio; quel– lo che è sotto il controllo russo e l'al• tro: - 270 milioni di tonnellate da u. na parte, 870 dall'altra. Tutto il pe– trolio, che non scaturisce dal sottosuo,. lo sovietico, appartiene, infatti, a com. pagnie finanziarie esclusivamente ame– ricane, inglesi e francesi. Facciamo, allora, un calcolo: se i russi riuscissero ad impadronirsi dei 280 milioni di tonnellate del Medio O– riente, potrebbero disporre di 550 mi– lioni di tonnellate e il blocco atlantico di 590 milioni. Fra i due, sotto il rap– porto dell'energia disponibile, la distri– buzione sarebbe pressochè uguale. Niente è più verosimile di questa ipo– tesi giacchè, geograficamente, il Medio Oriente è a portata di mano dei russi e, politicamente, le loro posizioni era– no, ancora poco tempo addietro, più

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