Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

Aspetti del movimentolibertario nella Germaniadel primo dopoguerra* LA STORIA della Germania de– gli anni 1919-1920, che qui si intro– duce assai sommariamente in tifcri– mcnto alle vicende del movimento o– peraio tedesco di quel periodo, presen– ta aspctli di un certo interesse in pri– mo luogo pcrchè - come più o meno ammettono gli storiografi di ogni ten– denza. - quegli anni contrassegnano in modo esemplare il momento culminan– te e l'inizio del riflusso dell'ondata ri– \'Oluzionaria suscitata in Europa dal collasso seguito alla prima guerra mon– diale; e in secondo luogo pcrch~ una riccrc:.t del genere mette in immcdinta evidenza la estrema caotica moltepli– cità di forze sociali e psicologiche pro– vocate dalla catastrofe storica, sfuggen– ti non di rado agli schemi inter,,rcta– tivi abituali ad una storiografia istitu– zionale. I partiti della sinistra operanti in quell'epoca in Germania: la SPD (so– cialdemocratici), la USPD (socialisti in– dipendenti), la KPD (comunisti) e la KAPO, possono essere considerati co– me punti cli tangenza e di convergenza delle forze sociali e politiche più diver– se, sottoposle ad una dinamica estre– mamente intensa e ricca di scambi. Oc– corre inoltre ricordare che tutti i rag– gruppamenti dei partiti operai fondati dopo la socialdemocrazia tedesca ebbe– ro innegabilmente in quest'ultima la lo– ro determinante matrice storica. Per cui se di un modello istituzionale è le– cito servirsi come di un possibile stru– mento di analisi della società tedesca rivoluzionaria di quell'epoca, questo è senz'altro il modello offerto dalla SPO. 410 La socialdemocrazia tedesca, nata co– me movimento antagonistico alla 1ivo– luzione industriale e alle conseguenti disastrose oscillazioni sociali create dai violenti processi di razionalizzazione i– nerenti ad essa, diviene nell'ultimo ven– lennio dell'800 un nucleo di forze più sufficientemente adattate all'assetto ca– pitalistico-feudale bismarckiano. Il co– siddetto revisionismo di Bemstein, mal– grado tutti i tentativi che ha fatto i1 Kautsky di farlo apparire come una proiezione !corica deviata delle premes– se dell'azione rivoluzionaria socialde– mocratica, non rnpprescntava proprio nulla di « sensazionale •· Era, come si sa (I), la coerente lraduzione su un piano teorico della prassi politico-eco– nomica della leadership socialdemocra– tica dell'epoca, tanto radicale a parole quanto riformista nei fatti. Se da una parte però un agile adattamento buro– cratico era la risposta che la direzione del movimento socialdemocratico dava agli effetti disastrosi della violenta di– namica razionalizzatricc della rivoluzio– ne capitalistica, più controversa ed a– spra era la reazione che allo sconvolto sistema di valori davano talune com– plesse forre sociali agenti anche, ma non soltanto, all'interno dei quadri po. (•) Il saggio in questione è stato pubbli– cato in CRJTICA SOCIALE n. 4 del 20 febbraio 1963. (I) Cfr. i due sagai fondamcn1ali • Gcr. mon social dcmocracy • di Cari Schonl.;e, Cambridge-Massachusscl 11155 e • Das Dilem– ma dcs dcmokrarischcn Sot.ialismus • di Pe– tcr Gay, Ncs1 Vcrlaa, NUmbt:l'J, 1954.

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