Volontà - anno XVI - n.6- giugno 1963

umanistico, costituito dallo studio della Bibbia e dei classici antichi, che svi– luppò il gusto e il senso delle forme. Nel secolo XVlll ebbe inizio il movimento di rottura degli schemi tradi– zionali umanistici, incominciò la ribellione contro l'acceso formalismo e contro l'clcganz2. e la superiorità della passata cultura: in nome dei diritti universali ed inalienabili dell'uomo, si vide come l'umanesimo fosse privo di un autenti• co valore e come, invece, la cultura dcvessc orientarsi verso la materia della vita e kt scuola dovesse costituire una forma di preparazione alla vita attiva da parte di tutti. Nacque così il principio pedagogico realistico, fondato sugli stessi princìpi dei diritti degli uomini: l'uguaglianza, intesa come istruzione per tutti; la Ubertà, intesa come ramiliarizzazione con tutte le conoscenze utili. I due indirizzi, l'umanistico ed il realistico, che pur contrastavano nell'es– senza e nello scopo, avevano - secondo Stirner - qualche cosa di comune, giac– chè sfocia, 1 ano entrambi verso una presa di coscienza delle cose temporali: in– fatti, il primo era orientato verso la comprensione del passato e il secondo era teso all'apprensione del presente; entrambi, cioè, lasciarono da parte quello che avrebbe dovuto costituire lo scopo essenziale della pedagogia: rendere J'uom6 eguale a sé stesso, conciliare cioé in esso l'uomo temporale e quello eterno. E' vero che il realismo ha rivendicato la libertà pe1· tutti, cioè l'affrancamento da qualsiasi autorità, ma questa libertà non significa autonomJa, giacchè non è intesa quale generatrice di atti dell'uomo libero-in-sé, di manifestazioni cioè di spiriti liberati da tutte Je fluttuazioni della riflessione. L'uomo ideale, auspicato dall'indirizzo pedagogico realistico, è un uomo pra– tico (un ... insipido industriale); e così come l'umanesimo era sfociato nell'ele– ganza del dandysmo, il realismo ha avuto come sbocco la praticità dell'indu• strialialesimo. E' come si vede, una posizione eminentemente critica verso i due cennati indirizzi, la quale, però, non si esaurisce in un nichilismo annientatore in quanto t! rivolta al superamento dei due blocchi pedagogici e, più particolarmente, è di– retta contro il vecchio principio della villenloses Wisscn, o scienza senza volontà. Essa, infatti, pur sottolineando come l'indirizzo realistico rosse riuscito ad as– sorbire quanto di vero e di u.:ile era insito nell'umanesimo e come esso avesse bene individuato lo scopo dell'istruzione (consistent,;: appunto nello sviluppare te qualità e le facoltà atte all'applicazione pratica di quanto l'allievo ha appreso), resla diffidente verso la posizione dei realisti, così esprimendosi: « Bisogna che 341

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