Volontà - anno XVI - n.5 - maggio 1963

L'Educazione Fisica Abbiamo definito l'educazione come l'u. mani1à stessa dell'uomo che si manifesta nei suoi valori teoretici e pratici, partic0- lari e universali, naturalistici e spiritua– li, come cioè cullura e carattere, profes– sione e salute. Che l'cducaz.ione fisica abbia di mira la salu1c del corpo, e di riflesso dello spiri– to essendo l'uomo sintesi fisico-spirituale, è cosa 1anto ovvia da non meritare una lunp dimostrazione. Che la salute per l'uomo (e non soltanto per l'uomo) rap– presenti la sua autonomia fisica, nessuno credo lo può ncaare. Sul fatto che la sa– lute sia uno dei beni più preziosi o ad– dirittura • l'unità che dà valore aa:li zeri della vita•• non penso cbe vi siano obie– zioni serie e aventi un valore detenninan. 1e in senso contrario. Che senza Ja salu– te l'uomo non sarebbe più tale, o almeno lo sarebbe quanto senza cultura e mora– lità e profossione, è una e.osa tanto evi– dente per cui ritengo non essere necessa– rio insistervi maggiormente. Premetto an– cora che l'educazione fisica non pub nè deve confondersi con il puro e semplice ammaestramento perchè anche se essa si riferisce prevalentemente allo sviluppo del corpo, resta sempre qualcosa di umano e, quindi, opera di un essere consapevole e cosciente, libero e responsabile, naturali– stico e spirituale, e non di un animale istintivo e incoscien'i:e e privo di OKOilu– ce ideale. Ma se il fine dell'educazione fisica è la salute, come può intendersi o almeno qua– li sono ali aspetti principali di essa? Secondo me, essa pub concepirsi alme- cura quando combatte le malattie del corpo; 2) - come iaiene quando previe– ne le malattie; 3) - come ginnastica quan– do potenzia la salute. Le malattie che af– niggono e insidiano l'uomo sono tante: ve ne sono delle pericolose e mortali, co– me altre dal decorso beniKOOe passeg– a:ero. Esse sono dovunque in agauato per colpire l'uomo: si trovano cioè nea:li ali– menti e nell'acqua, nell'aria e nell'ambien. te, nella casa e nei bar, sui treni e sugli autobus, nel mare o in montagna, nelle terre del nord e in quelle del sud. La ma– lattia non conosce frontiere, anche se tro. ,,a i suoi fattori scatenanti nel luogo par– ticolare e nelle stagioni e nei climi più a. datti. Tutti gli uomini, in oani luoa:o e in ogni temPo, hanno combattuto, con oani mezzo a loro dispQsiz.ione, contro le ma– lattie, come fratelli, senza odi di razza o di nazionalismi. U medico, quest'apQstolo della salute e della vita, è il più qualifi– cato nella lotta contro le malattie, ma tut– ti possono e devono collnborare nella sop. pressione delle sora:enti di infezioni, in modo che il morbo possa isolarsi e non trasmettersi da un essere all'altro, disin– fettando gli oggetti usati dal malato e il luogo in cui è stato per evitare il sorge– re e il propaa:arsi di epidemie. La scuola non può interessarsi direttamente della cura delle malattie, però non può non a– ,·ere a cuore la difesa delle malattie in• fetti\'C e contaa:iose come la difterite, l'in– fluenza, il morbillo, la scarlattina, la dis– senteria, il tifo, il colera, la peste, etc. Ma se l'educazione fisica come cura è, purtroppQ, una necessità biologica e socia– le quotidiana, l'educazione fisica come i- no in rre modi fondamentali: 1) - come a:iene diventa ma,a:iormente necessaria 309

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