Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963

to, anche le altre industrie han dovuto accettare gli stessi termini del– l'accordo. In che cosa consiste la diversità sociale delle due linee capitalisti– che? in quell'episodio sindacale la ragione è venuta pienamente alla lu– ce. Essa verte su due punti: la questione salariale e la questione sin– dacale. Il neocapitalismo delle industrie statali e dei grandi monopoli sulla questione salariale è orientato verso un elevamento dei livelli salariali, rapportali però al grado di produttività e di efficienza dei sin– goli settori ed aziende. Mediante un sistema di incehtivi e di pre•mi articolati per seltore ed azienda, esso mira a legare l'interesse del la– voratore all'andamento produttivo difendendo in tal modo anche i costi di produzione. Il nuovo contratto è infatti contrassegnato dalla sperequazione fra i diversi settori e le diverse aziende che la nuova contrattazione articolata renderà sempre più profonda. Le altre indu– strie sono recalcitranti nel seguire questa strada e rimangono ciecaJ,, mente ancorate alla massima compressione dei salari. Per la questione sindacale, il neocapitalismo tende ad assorbire il sindacato nell'azienda come una parte integrante del processo pro– duttivo, vOlto a garantirne la normalità; le altre industrie rimangono im,ece sulle vecchie posizioni antisindacali e continuano a vedere nel sin,lacato ciò che in effetti il sindacato non è più, e cioè un'organiz– zazione rivoluzionaria. E' per ciò che lo considerano un nemico o un disturbatore da ridurre se possibile al silenzio. La lotta dei metalmeccanici è stata in tal modo adoperata dai con– servatori contro i restauratori ed i miglioramenti economici e norma– tivi conquistati da questa categoria proletaria hanno come con.tropar– tita il suo frazionamento in tanti tronconi settoriali ed aziendali ed il loro corulizionamento alle esigenze capitalistiche di mercato e di pro– duzione. Conservdtori e restauratori hanno giocato la loro partita alle spal– le del movimento operaio, ma quando la collera proletaria è esplosa nelle strade di Torino, il volto padronale si è ricomposto in una e– spressione unica di odio antipopolare. Si grida al teppismo contro i proletari che non stanno al gioco, ma è la lotta di classe che irrompe inaspettata, disturbando le tranquille digestioni di lor signori e le lo– ro inutili baruffe. 133

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