Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963

nuovo nell'arte francese stando agli esempi di Daumier, Courbet o Mille1. Ma gli impressionisti - eccettuato Pissarro (3) - si mostrarono indifferenti di fronte alle questioni sociali malgrado le lotte che dovettero sostenere per ottenere l'at– tenzione eia parte di una srxietà che era loro ostile. Al contrario, era difficile restare ai margini delle lotte sociali degli ultimi anni del secolo, le quali culmi– narono in scioperi sanguinosi, attentati terroristici seguìti dall'implacabile re– pressione poliziesca e che coincisero, d'ahra p:::irte,con la formazione di partiti o– perai e col periodo in cui, per la prima volta, le dottrine ~ociali ottennero un'cn01·me risonanza. Nulla di straordinario che allora un buon numero di pittori e scritto– ri si interessasse alle dc,ttrine socialiste. Ll.l distanza ogni volta maggiore che se– parava gli artisti d'avanguardia dal gr:::indc pubblico contribuì maggiormente a spingere le simpatie verso i movimenti di sinistra. In quell'epoca i legami tra pittura e letteratura erano tanto stretti che non sorprende affatto ri1rovare in entrambe un attitudine comune tra gli artisti. Il simbolismo, dominante nella letteratura belga e francese dal 1885 al 1900, trovò, ai suoi inizi, posizioni politiche avanzale, sebbene le stesse non fossero condivise da tutti gli artisti scrittori. te La rivoluzione sociale arriverà» scriveva una delle riviste più importanti. « Tutte le coallzfonl avversarie non serviranno che ad ar. frettarle» (4). All'apogeo della diffusione del simbolismo, uno dei suoi capi più in vista dichiarò, riferendosi all'attentato di Ravachol: « E' nato un santo»; e prediceva poi che, nella futura società senza classi, la memoria di Ravachol sa• rebbe stata celebrata come quella di una vittima del capitalismo (5). Così, in conformità al carattere esoterico dei loro scritti, numerosi simbolisti si appas– sionarono alle idee estremiste: te Chiedono di prender parte alla lotta; tma sete d'azione domina gli scrittori» (6). Se per molli di essi le simpatie per l'estrema sinistra non erano che il riflesso del loro odio particolare contro la borghesia e del loro attaccamento all'individualismo, altri si convertirono realmente all'anar– chismo: Paul Adam, Gusta ve Khan, Félix Fénéon, l!mile Verhaeren, Bernard Laza– re, Piene Quillard, per non citare che i migliori di essi (7); non a caso i primi quattro più sopra nominati furono anche i maggiori difensori dei neoimprcssio. nisti. (3) D. NIC0LS0N: TI1e Anarehlsm or ùmille Pisarro, • The Arls •· 2 (1947), r,ag. 0-51. Saho indicazione contraria, i passaggi dd pre:i;entc studio relntivi all'anarchismo di Pisarro sono cstralli dal scrio la\·oro ciel Nicolson. (4) Anonimo: Correo Socia!. • La Vague• (li aprile 1886), p:ag 27. (5) P. A0AM: 12.logedc R:m•chol • En1rcticns f)Olitiqucs cl Ji1tér:aires • - 5 (del luglio 1892). pag. 29. Il titolo di questa imf)Or1a111e rivista è già di p('r se stesso signific:ati\'O. (6) B. LA7.ARE: Los Llbros. La Conquista del Pan. • Entre1icns •· 4 (aprile 1892), p:ag. 183. (7) Lo studio più accura10 sull'auività dei simbolisti è quello di E. W. HERBERT: An.lsts and Socia! Rdorm In Fr.tnce and Bclglum, 18,55,,1898, Unil'crsilà di Yalc (mllggiO 1957). 146

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