Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963

rare la media delle situazioni create nella maggioranza dei suoi membri. Esallamcntc come Ruskin, che dcfini. va la ricchezza. come il possesso di ciò che ha. valore, per Tucker l'anarchismo può definirsi come il possesso della. li– bertà per i libertari, vale a dire per coloro che sanno quello che bisogna veramente intendere per libertà. Non v'(; mezzo più efficace per miglior:.,re le istituzioni di una società che quello di illuminare l'intellello del cittadino. E chiunque tenta di imporre l'autorità d'un'opinionc, non per mezzo della ra– gione, ma per mezzo della forza, può anche darsi che abbia delle buone in– tenzioni, ma ciò non toglie che, cosi agendo, causi immenso torto a coloro ai quali pretende scn•ire. fosomma, secondo Tuckcr, la perso– nalità individualista si erge contro !ttt• te le forme di coercizione, ripudia la violcn1.a come metocio, ed è convinto che l'atto rivoluzionario classico troi, po spesso nasconde dei fini bassamen– te politici. E qui, Tucker, largamente attinge alle idee di Josiah Warrcm, la cui prima opera, intitolata • Equo Com– cicrclo • vide la luce nel 1846. Il meto do preconizzalo dal Warrcm al fine di ottenere dei • risultati armonici• senza ricorrere al comunismo, consisteva in un • nuovo sviluppo di princìpi • cht: a.nebbcro dovuto realizzarsi sostilucn do~i alle leggi cd ai governi; princlpi basati sulla • sovranità dell'indi\'iduo •· TucJ.-er insiste sul fallo che la sor gente vclen'>sa è la struttura dello Sta• 144 to. E il problema sociale non sarà ri– solto, nè att.raverso la menzogna con– servatrice, nè per il capovolgimento ri. voluzionario, fino a quando la sorgente rimarrà avvelenata. Tutta la 1coria sociale di Bcnjamin R. Tucker si p01rcbbe riassumere in una esperienza cli qu.irantasctl'anni, in cui proclama allamentc la trasforma– zione della stmttura sociale in un sen– so completamente oppos10 al marxi– smo, colla convinzione di arrivare a dei risultati molto più armonici senza sa– crificare la liberlà individuale dell'es– sere umano. Tucker pensa,•a spesso a questa so– cietà di domani, senza schiavi, senza martiri e senza carnefici: una società di pace e di lavoro. Riponeva in essa tutte le sue speranze, sicuro che la vi– ta arriverà un giorno a trionfare di tutte le iniquità che incatenano il mon– do; a trionfare del grave fardello di servitù, d'ignoranza e di tutte le ercd:– tà malefiche, per poter infine cos1ruirc un universo conforme all':wvcnirc mano (I). H. HERSCOVICI (1) Bibliografia: Benjamin R. Tucker: La filosofia amir– chie3, pubblicata nel 1692 nel • Liberty magazine•· Boston - Le teorie economiche dell'interesse, 1885, Boston . Come i capi– talisti fanno il loro capitale, Boston • Quinte!-:enza di Ibscn, 1886, Boston • Gli an::iròici sono degli assassini? New York • Che cos'è il socialismo, Berlino • Lo Sta– to, Berlino . L-l. libertà individua.le , N't"w York.

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