Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963

La letteratura, l'arte e la guerra INTRODUZIONE UNA INVESTIGAZIONE critica, nel senso severo e in cerio modo assoluto, del· la letteratura dedic.ita 3 questo complesso e traaico fenomeno strettamente umano che si chiama • gucrrn • è impossibile adesso, quando appena siamo usciti dal– la sua attualilà febbrile e dolorosa. L.t critica necessita, in primo luogo, una docu– mcnlaz.ionc assai dellagliata e la prospctth•3 storica: il tempo che seleziona e classi– fica, la correlazione con correlazioni precedenti e con aspirazioni che cominciano ad intrav\'cdcrsi nell'awcnirc prossimo. Neccssiia anche questo acquicrnmcnto delle pas– sioni o, per lo meno, questo principio di cris1alliuazionc della cullura acncrnlc in una fase nuo,,a; questo arginamento di varie correnti ,·el"SOmete mealio coordinate sorto la luce deali ideali comuni. Non abbiamo nell'animo, quindi, di fare uno studio critico in queste pagine, Ciò nonos1ante, crediamo che esistano delle possibilità di im•estigazione pure per coloro che non sono specialisli in critica let1eraria. La letteratura della u:uerra non è tanto un • pl'oblema • da studiare, quanto un interrogativo che si impone da solo a qualsia– si coscienza preoccupata da molti ;illri grandi problemi del nostro tempo, Questo in– tcrrogali,•o sorge in modo naturale da realtà vis!:ute, sentite. profondamente e im– periosamente. Il nostro tema non è limilato a cerle forme letterarie, a manifostazioni spccirichc; è oraanicamcnte intessuto coi problemi vitali d'una società agitata, fra– stornata da franamenti e rinnovazioni. La risposta non può essere differita sotto il pretesto che non è giunto il temPO per una • critica obbielliva ». Adesso. quando gli uomini cominciano ad elevarsi dalle rovine c!ella guerra, diSJ)OSti ad intraprendere la costruzione di una nuova oraanizz.az.ione sociale o, se– condo le speranze dei tradizionalisti, a ritornare agli stati anteriori; a11ualmcnte, d<> po avere sperimentato 1u11a la tragedia dell'esistenza, con g:li implacabili castighi, grazie alle nostre ·deviazioni dalle leggi della natura e dalle condizioni di progresso della cultura e della civilt!l, adesso, do~biamo rispondere alla nostra domanda. E la risposta non è soltanto una chiarificazione o un'indiri7..ZOmorale per coloro che cer– cano la propria •salvezza»; essa costituisce ancora una manifestazione creatrice del– lo sviri10, inclusa nelJa ,•ita inlcaralc di questo tempo. La risposta può essere l'ulti– mo segnale che avverte molti ad incamminarsi, senza saperlo, verso un nuovo preci– pizio; può essere il lucido e volontario freno di fronte ad un smarrimento collettivo, di fronte ad una falsa evoluzione intellettuale, morale e psichica (di conscaucnz.a, di fronte ad una ri\'Oluzione sociale, politica ed economica) opposti agli ideali procla– mati dai grandi 11omi,1i, per i buoni e giusti, creatori di valori etici, estetici e scien– tifici. Questo timore non è esagerato. Abbiamo già sentito, durante il miscuglio san– guinoso dei popoli, gli effetti • sotterranei ,. di codesti smarrimenti personali e col– lctlivi, confusi, tuttavia, con le disgrazie provocate direllamcntc dalla guerra. L'in– fluenza reciproca del nostro tempo e della sua letteratura è troppo e\'idcntc. E fra i due, l'i11divid110non è che una minuscola unità; un POVcro essere pensante, sperso nelle tormente artificiali, scatenate dai mostri della distruzione e della morte, ma che de, 1 e mantenersi, salvare la propria ,•ita e la propria persona, e vincere finalmente i suoi tiranni ..... 50

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