Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963

Voci de/l'anarchismo "LA PJtOTES'.fA" NEI, SUO 65· ANNIVEitSAIUO (1897-1962) LE GIOVANI generazioni di militanti che entrarono nella lotta socia- le dopo la seconda guerra mondiale sconoscono tutta un'epoca ricca di avvenimenti e di uomini. Un profondo arresto colpì il mondo e come un cataclisma distrusse contatti, at1h 1 ità, progetti, realizzazioni, biblioteche, ar– chivi e molte vite di combattenti che non figurano nei bollettini di guerra, perchè non adollavano patria, nè accettavano altra bandiera che la libertà. Qui o in America c'è chi conosce solo per sentito dire i momenti cru,– deli, veramente danteschi, che l'umanità attraversò per quasi due decenni e mezzo, a partire dal 1930. In verità, le forze oscure cominciarono a scatCflarsi e prendere vigore e violenza immmediatamente dopo la Rivoluzione russa, dap. prima come reazione difensiva e in secondo tempo chiaramente offensiva con– tro la Rivoluzione sociale, annunciata alla fine del secolo scorso da parte dei più insigni teorici di quel 1emp0. Le giovani generazioni non possono avere un'idea dell'importanza e del– l'influenza che acquistò La Protesta negli ambienti operai e anarchici. In par– te ciò è staio possibile trattandosi di un quotidiano. La regolarità e la persi-' stenza quotidiana acquistano valore sempre più ascendente. Lo vediamo oggi nel movimento francese, isolato e ogni giorno meno conosciuto per mancan– za di un portavoce capace di mantenere i contatti col p0polo e' di offrire un orientamento permanente, di informazione costante, di fronte agli avvenimen– ti che non si fermano, che non si possono fermare, nè arrestare. L'influenza e il prestigio dc La Protesta si affermavano, perchè si seppe circondarla e nutrirla di collaboratori di primo piano e di tutte le parti del mondo. I suoi redattori seppero mantenere un organc, vivo, «attuale» nel suo tempo, aperto a tutte le preoccupazioni, in un continuo arroventarsi di idee, in un affanno di investigazioni, di esame, di permanente rinnovarsi di concetti, nella ricerca sempre di soluzioni che il mito della rivoluzione non può dare alla que– stione sociale se questa non sarà preventivamente maturata nella mente e nella coscienza dei suoi promotori. Diceva Ugo Fedeli, che in quei lontani tempi collaborò a questa pub• blicazione: • Per molti anni, specialmente durante quelli che \'anno tra due guerre mon– diali, il giornale e le iniziative de i.A Protesta sono state vere e utili palestre a– perte a tutte le tendenze dell'anarchismo sociale e dalla sua scuola e dalla sua redazione verranno fuori alcuni uomini che si incontreranno dopo nel .,primo piano della rivoluzione di Spagna», e che incontra un precedente nientemeno che nel 1858•186Ine Le Libertairè - giornale del mo\'imento sociale - New York. 33

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