Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963

L'educazione morale L 'EDUCAZJONE s'identifica con la nostra. stessa umanità, la quale a sua \'Olta si esprime come personali– tà sul piano soggetti\'O e individuale e come civillà da un punto di vista og– getti1ro e sociale. Quindi essa coincide con tutto l'uomo, segnatamente nelle sue qualità migliori e più elevate. Tut– t:wia si i! solito parlare di parti o for– me o ideali o finalità dell'educazione: e questo più per comodità didattica o e– spositiva che per una cs:\lrn risponden– za riscontrabile nel concetto in esame, anche se tali distinzioni possono, gros. so modo, manifestare reali esigenze del– l'essere umano. L'cducaz..ionc morale racchiude gran parie dell'idea di educazione. e impli– ca e postula una concezione del bene come mel:l da raggiungere e attuare. Che cosa è il bene? Inteso come inte– resse sensibile o fisico coincide col pia– cere e con l'utlie, come p0sscsso ideo– logico o intellettuale fa tutt'uno con la \'erità o scienw: come onestà morale o \'Olontaria s'immedesima col dovere e la , 1 irtù. Di qui le ,,arie etiche: edoni– stica, inlelleuualistica, \'Olontaristica, secondo che si fa leva sul piacere, sul s::tpere, sulla libertà. JI primo, il bene sensibile, nelle sue forme estreme di· viene prerogath·a individualistica e, quindi, non si distingue dall'egoismo che strumcntaliua e utilizza ogni cosa pur di arrivnrc a sopraffare tulio e tut– ti: la società, in tale dottrina morale. si concepisce atomis1 icamcntc e mec– canicisticamenle nel senso che essa si configura come un aggregato di indh·i– dui e che souostà cd è mossn dalla ,·o– lon1à individuale di pochi più forti o anche più furbi. 11 secondo, il bene intellcuuale, dà ecccssi\'O valore al sapere, il quale se è pur valido e necessario fattore di be– ne non è sufficiente a garantirne la re3.. lizzazione, e tanto meno lo si può iden- 1ificare con lo stesso bene: è quotidia– namenlc constatabile che non basta il sapere per il retto operare, non ~ pos– sibile far coincidere la cultura con la moralità, non basta la scienza senza la coscienza, il pensiero non sempre colli– ma con l'azione; • conosco il meglio cd al peggior m'appiglio•. diceva il poeta. Il \'ero e :mtentico bene, il bene rno– r.ile, non resta quindi che la terza for– ma, il bene inteso come dovere, cssen~ do le due prime ispirate rispettivamen– te ad un individualismo materialistico e a un idealismo astratto. Che l'uomo sia un essere edonistico e amante del– l'utile nessuno lo può contestare, ma fare del piacere e dell'utilitb. degli idea– li morali mi pare voler ridurre la per– sona umana a similitudine dell'anima– le; che l'uomo sia un essere conoscente mi sembra pacifico e ovvio, ma che l'uomo integrale si possa ridurre alla sola conoscenza è un'eresia priva di fondamento reale incapace di dare un ideale etico concreto atto ad elevare l'uomo e sul suo lo inferiore e su tutte le bnitturc che lo circonclano. La concezione volontaristica a mc sembra fa migliore e perchè supera l'c. li

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