Volontà - anno XV- n.10 - ottobre 1962

è scossa ad inlcnn.ittenza, ora velocissimo, e lei è allora agitata da un Ire– mito continuo. I fili sono collocali all'inguine, al sesso, su tutto il corpo, da due degli uomini presenti. Un altro toglie e rimette il bavaglio ogni volta che si aspetla da lei uu11 risposta. Un ispcllore fuma, flemmatico. E con tocchi rapidi, le appoggia la iucandescenle punta della sigarclta sul petlo e sulle spalle. Finito di fumare, spegne la sigarelta appoggiandola sulla coscia destra della ragazza. Queste lracce di bruciature, ho polulo constatarle personalmente sul suo corpo il giorno del mio arrivo alla prigione di Algeri il l 7 maggio. Quanto tempo è duralo queslo supplizio? - Ho avuto l'impressione che queste torture siano durate moho. Si voleva farmi dire il rifugio dei miei fratelli, - dice Djamila nella sua deposizione. L'indomani, vengono a prenderla nell.1 sua cella. Le stesse torture con la differenza che quella elettrica non è pili dispensata dalla gégène– clinanio ma dal tirasassi che le è passato sul viso. I partecipanti sono gli stessi. Tre o <ruattro giorni dopo il suo arrivo a Hussein Dey, nella notte è improvvisamente destala e condotta in un cortiletto vicioo. - Vedrai quel che passerai coi paracadutisti di Zerau<la. Il capitano paracadutista che si rivolge così a lei è di piccola statura, tarchialo, sui quaranta•ql1arantacinq11e anni. Indossa l'uniforme mimcliz– zanle e porta un berretto. Con i bleus, gli ispeltori di polizia e gli altri militari, il gruppo che si accanisce quella notte su Ojamila comprende nove uomini. Tutti la percuotono a calci, a pugnj, la fonno piìi volte rotolare per terra. ]I c,1pitano allora sparisce. Tuui gli nitri uomini la trascinano in un'altra stanza. Non è quella in cui Djamila è staia già torturata. Il suo mobilio com– prende una vasca da bagno e una tavola; Djamila è legata ai polsi e alle gambe: un bastone delle dimensioni di un manico di scopa viene passato Ira gomiti e ginocchi. Questo bastone poggia su ogni lato della vasca: Djamila vi è sospesa nuda come una preda di caccia. Il gioco dell'altalena comincia: nella vasca piena d'acqua, Djarnila soffoca. Un uomo le fa leva allora sulle ginocchia: la ragazza risale alla su– perficie per ricevere gli schiaffi di un altro dei suoi torturatori. Gli ispettori vogliono sapere dove sono i suoi fratelli partigiani. La rimproverano di a\'ere ucciso donne e bambini collocando bombe nei caffè. Djamila non ne può più. 574

RkJQdWJsaXNoZXIy