Volontà - anno XV- n.7 - luglio 1962

golarmcntc, hanno degli interessi di\'Crsi gli uni dagli altri. Fra l'altro, l'azione del rappresentante del par– tito è vincolata e limitata dalla dia. lettica dell'attività politica contin– gc111c, llCr cui spesso « l'eletto clnl popolo >i uon fa che gli interessi di piccoli gruppi o addirillurn di se &tcsso. Quindi qual'è l'u1ili1à sociulc clclln funzione politica? Penso che Marx. criticando ciò in Hegcl, avesse di mira la società borghese capita– lista, ma la critica del concetto di • rn1,presen1ati,•ità » ci sembra trop- 1)0 rivoluzionaria per non coinvol. gerr nnche la stru1tura stessa dello Stato, che, per sua natura, è c1sen. zialmcnt.e borghese. D'altronde an– che il Marx parla, come fine, di uno 1tocietà senza classi e cioè di una so• cictù egalitaria senza Stato. Però {'jò che divide gli anarchici da Mnrx è il concetto autoritario di • ditlalura del proletariato », come fase transitoria per il 1>assaggio alla !OCÌl'ti, senza classi. La tc&i anarchi– ca, confortata dagli avve11imen1i 11to– rici, ritiene che il passaggio per l11 « dittRIUra )), che è accen1ra111cn10 di po1ere, non può mai pre1>nruro l'avvento della società a-cl11ssi1tn, in quanlo è dimoslralo che il potere, per 1ua mllura, tende a rinvigorirsi sempre 1,iù e cede soltanto alle 1>res• @ioni rivoluzionarie dal basso. Ecco perchè noi llaremo spinti a dire, pa– rado68almcn1e, che i marxisti nostra– ni cadono negli stessi errori di Hcgcl, cioè di ogni politico borghese e reazionario, nel « teologiz:,:are • In 101111 politica. Il volere servirsi degli 111rumr111i borghesi. per costruire 111 società nuova è, secondo noi, acqui– stare le abitudini borghesi a disca– pilo dell"unirnus rivoluzionario, di cui dovrebbero CHcrc animati i marx..isti. A noi pare che la cri1ica marxiana alla deduzione hcgeliann dello stato ideale, secondo cui dall'Idea dello Stato deriverebbero tulle le altre ((determinazioni », si 1,ossu ritorce– re sui man::isti stessi, i quali hanno dato i cara11eri della « nssoluteiza » e della • necessità » allo Stnto inteso come dittatura del proletariaro, pro– prio come aveTa fallo Jlegel con lo Staio borghese. Se llegel ave,•a ele– vato a « mito • lo Slato prussiano, oggi i marxisti fanno lo stesso con lo Stato russo. Lo « slato guida • dovrà decidere le sorti del proletari::110 in– ternazionale e, c1uel che è peggio, ancora lo S11110 dovri, regolare i rap– por1i ira i lavora1ori. Per cui invece di vedere i lavoralori soggetti con– sape,,oli e responsabili del proprio la,·oro, li vediamo «alienati» dal lavoro stesso per i fini dello S1ato. L"uomo {'OSÌ «oggettivato» nel siste– ma produt1h•is1ico del lavoro non ritrova se stesso e la sua libertà, ma 1,crde la sua pen:;01111litì1 e singola– ri1ì1 per una anoni11111 « produttivi– tà ». Essendo la 1•roduzio11c econo– mica il fine di quelln socie1ì1 e non unche l'accrescimn110 s1,iritualc del l:woratore. Ciò posto è imporlanle integrare il concetto marxiano della • rappre– sentatività » col con{'elto del rispetto del mio rappresentante (per es. il calzolaio), non 1>er il fatto che egli produce delle cose di utilità 11ociale (le scarpe), mn sopratutto ed in ,,rimis per In sua personulitit di uomo che è preminente in ogni con- 1idcrazione f'C'011omicis1ne sociolo– gica. P1ERO R1cc10 413

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