Volontà - anno XV- n.3 - marzo 1962

massa che trasforma annualmente, alla fine dell'inverno, la stazione di Mi– lano in un aecuinpameuto, avrebbe potulo rendersi conio della pulizia, del– l'abbigliamento, del tipo dei. bagagli dei nostri poveri connazionali, costretti di cercare all'estero un pezzo di pane, cioè della loro miseria, tanto pili c,•idc111equanto più lunga è la distanza che li separa dalla frontiera. Come meravigliarsi se i meridionali che arrivano a Chiasso o Briga do1>0 diecine d'ore di viaggio in treni affollatissimi, assomigliano 1>iÌIa degli zingari che a dei rappresentanti della nobile stirpe italica? La colpa di un simile stato di cose è evidente. Per 1>arte mia so solo che un italiano cosciente che si rechi nelle stazioni svizzere all'arrivo dei treni carichi di stagionali prova dei sentimenti che uno psichiatra 1>otrebbc benissimo assimilare al masocismo. La S,•izzcra è il paese a piì1 alta percentuale di immigranti (nell'in– sieme il 10% della popolazione totale e quasi un <1uarto di <1uclla auiva). 't impossibile che una simile convivenza passi senza urti. C'è anzi da stu– pirsi, ad esempio, che sui 60.000 italiani che lavornno nella Svizzera fran– cese, i couflitti con i da1ori di lavoro siano stati solamcnle 192 nel 1960. Le reazioni più importanti all'« invasione italiana » - di cui si par– lnva già 60 anni (a - si registrano naturalmente nelle classi popolari, diret– tamente sensibil.i al timore di una concorrenza economica. 1 sindacati e certi ambienti economici di ispirazione liberale, pur non cadendo in una 1>osizione antitaliana, (anno da tempo osservare che l'espan– sione economica svizzera ha già superato i limiti naturali del paese e stà effettuandosi ormai solo attra,,erso il reclutamento cli mano d'opera stra– nienL D'altra parte, le industrie che occupano un'alta percentuale di lavo– ratori stranieri, sono quelle pili arretrale sul doppio piano tecnico e sociale: in queste imprese si registrnno i salari pili bassi e, grazie agli immigranti, le misure di razionalizzazione della 1>roduzione sono rinviate da un anno all'altro. I lavoratori svizzeri dal canto loro hanno tm buon argomento critico quando rimproverano agli italiani la scarsa simpatia per l'organizzazione sindacale (gli anziani ricorderanno i moti antitaliani registratisi agli inizi del secolo a Ginevra, [noti che nvevano per base il crumiraggio dei mura• tori emigrati). Può sembrare semplicistica ma non è tale l'affermazione che le « di{. ficoltà >> degli italiani in Svizzera confermano quello che noi abbiamo sempre affermato: che cioè l'emigrazione non è la soluzione per rimediare alla miseria ilaliana, che anzi, (accado dell'emigrazione una 1< branca 1>rodut– tiva », la borghesia italiana ha avuto contemporaneamente la possibilità di rimandare alle calende greche le inevitabili riforme economico-sociali, le sole capaci di dare alla struttura del 1>acseed alla coscienza degli italiani un auualmcnte ben gracile senso di libertà. Ct,r\UDIO CANTINI 190

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