Volontà - anno XV- n.3 - marzo 1962

poichè mano a mano cl,e i nostri bisogni di m11110 d'opera numentano, si pro\'oca un afflusso crescente di la,•oratori stranieri, senza preoccuparsi cli procurare loro degli-alloggi decenti. Da <rni la nascita affrettata, in pros– simità cli certi cantieri cdiii di « alloggi >1 che in nulla si distinguono dalle baracche che servono ordinariamente di deposito per gli arnesi, o, nei casi migliori, alle casu1>ole militari. Prefigurazione delle future « bidonvilles n elvetiche? .. Verità innegabili, eppure alla prima eonstatazione si può opporre l'esi– stenza, come si è già visto, di un~aha percentuale di italiani profossional– mentc << tutto fare)), confinati per questo al ruolo subalterno di rnano\'ali nelle fabbriche e sui cantieri edili, di terrazzieri in tutti i lavori di genio civile, di lavapiatti e addetti alle pulizie nei ristoranti e negli albcrghi 1 di aiulauti nelle sartorie, cli domestici alla campagna e nelle case private; mentre per la seconda esiste l'altro aspello frequente che, per sole ragioni di economia ( nou sempre imputabili alla specula;,;ione privata in fatto di affitti), gli emigranti si adattano a ,•i vere in ,, o 5 (e fino a 8) iÒ una sola camera. Il ministro Sullo, maneggiando - grazie al M.E.C. - l'arma peri– colosa del ricallo, ha posto cinque condizioni alle autorità svizzere: I) « L'assicurazione mala11ia è obbligatoria in Italia e gli italiani che lavorano in Svizzera de,,ono beneficiare dello stesso regime con esten– sione alla foruigHa >1. Si tratta qui di una lacuna della legislazione sociale svizzera che una parte del.l'opinione pubblica vorrebbe colmare, mentre la maggioranza della popolazione ( ostile alla burocratizzazione del paese) preferisce il si– stema dell'assicurazione indi,,iduale ( anche in qualche cantone do,•e l'assi– curazione malattia è obbligatoria essa resta individuale, le tariflc essendo comunque limitate da un controllo federale). Punto di vista discutibile se si vuole, ma determinante una situazione concreta che mille discorsi di mille ministri non cambieranno affatto. Tanto più che, per quanto riguarda l'Italia, è facile ricordare al ministro SuHo: I) che solo gli italiani che lavorano regolarmente hanno diri110 alle prestazioni assistenziali ( ed i disoccupati e sottoccupati sono in Italia - secondo le recenti statistiche del 1c Bureau Intcrnational du Travail » - non meno di 4 milioni); 2) che esiste al parlamento italiano una proposta di legge ancora inc,•asa tendente ad equiparare, agli effetti della Cassa Mutua Malattie, gli espatriati per ragioni di lavoro ai lavoratori restati in Italia. Sarebbe del resto molto più semplice di addossare, per contratto, ]a spesa di un'assicurazione malattia ai datori di lavoro S\'izzeri 01>pure di Ear da sè quello che si chiede agli altri, e lo stato italiano potrebbe benis– simo (are un piccolo sacrificio finanziario per quella emigrazione che arric– chisce annualmente di quasi 400 milioni di dollari la bilancia commerciale italiana, coprendo circa il 10% delle importazioni nazionali e superando in questo aui,•o sia il turismo che il trasporlo marillimo. 2) « Gli assegni familiari vanno versati anch~ per i membri della famiglia a carico restati in Italia )), 188

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