Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962

,·<·nti seguiti, con l'aggiunta di qualche annotazione trntta da altri discorsi sull'argomento, verificatisi all'interno del campo. Jusn( parla a (aLica, per non pili di un quarto d'ora, con uno sforzo visibilissimo per nrnntenersi calmo, guardando, prima d'iniziare ogni argomento, gli appunti concor– dati, e rigirando nervosamente tra le dita, a mo' di rosario, quell'infilata cli bottoni che i vecchi arabi 1engo110fra le dita, per for 1>assare il tempo. J11su/: « Sono ornrni quallordici anni che viviamo in questo s1ato. senza godere dei diritti che gli ebrei vi godono e dicono cli aver accordato llnche a noi. Israele sarà forse mm democrazia, e molto probabilmente per gli ebrei è tale, ma certo non lo è per gli arabi. I diritti degli operai e dei contadini arabi non sono affatto difesi, o son di(esi molto meno di quclU dei lavoratori ebrei. In un villaggio vicino a Nazarcùt due inseguanti ambi sono s1a1i recentemente buttati fuori dall'impiego, perchè s'in1eressavano di sindacalismo e 1entavano di far valere i loro diritti; l'anno scorso, ad Haifa, un arabo, licenziato senza indennità, soltanto dopo molti mesi riuscì ad ottenere, tramite l'interessamento della Con.federazione Generale del Lavoro, uon 1uuo quanto gli s1>ettava per contralto, nu\ soltanto il 40%: quando un arabo si presenta n cercar la,,oro, gli chiedono subito se è cristiano o mussulmano, e alla fine il posto non glielo danno anche se i_, ·cristiano; riescono sempre n metterci uno dei loro, magari un nordafricano appena sbarcato, spesso fornito di titoli inferiori. Mia cugina nou è mai riuscita ad entrare in banca, nel Haifa, lei che ci teue,•a, perchè dopo--aver fallo domanda e aver su1>ern1.ogli esami, il giorno che si presenta trova il suo posto occupato da un'ebrea; e non c'è stato nulla da Care, anchf' a protestare. Ci sono dei bambini che dalla zona di lazare1h vanno a lavorare sino a Hai(a, ad Akko, per venti-quaranta lire israeliane (5-10 mila lire i1ali:u1e] la seuimana: dieci ore di lavoro al giorno; pili un'ora e mezza o due di viaggio che costa unn lira israeliana (250 italiane), se non vogliono dormire in scnnLinati o in luride baracche. Se un arabo pro• 1c~tn per qualcosa cui ha diritto, pcrchè lo dicono le leggi stessi d'Israele, ma che gli viene sempl'e nega10 per via a,!uniuistrativa, cominciauo sempre a chiamarlo comunista; ma il fatto res1a che, 1>roporzionalmcnte :,I loro numero, i JJOStidi lavoro o<·cu1).atidagli arabi sono un terzo di quelli oct'upati dagli ebrei. Ogni ,,olta che dobbinmo lasciare la nostrn residenza, ci occorre un permcS!o, scriuo soltauto in ebraico; adesso ,,a meglio, pcrchè lo conce– dono anche per lunghi 1>eriodi (sino a dodici mesi), e i controlli sulle strudc sono piuttosto rari (una, due volte l'anno). l\Ja <1uando la polizia ti 1>escasenza, è una grossa multa o qualche giorno di prigione; ep1mr<' molli di noi preferiscono il rischio, all'umiliazione di domandare ad altri un proprio diritto. Nelle zone popolate da arabi, ospedali e dottori sono insufficienti, e le nuove scuole sono più brutte di quelle costruite per i villaggi ebraici; gli arabi sono così obbligati a servirsi degli istituti gesti1i dalle missioni protestanti o cnttolichc, ('he sono molto cari. Il numero elci disoccupati arabi aumenta - e i loro s'alari JH"Of)Orl.ionnlmentedimi– nuiscono - anche per le requi~izioni fondiarie: ba;:ta veder(' il nuovo 102

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