Volontà - anno XV- n.1 - gennaio 1962

di cc 11011 uccidere.>), per cui tulle le guerre sono da co11da1111are se vuole rispetlClre quel comandame11to. (Ma quale ironia! proprio le alle sfere cattoliche ha11110condannato il film, che a quel coma11damentu s'intitofo, e che è un grande messaggio di pace e di /ratella11za tm gli uomini). l lettori debbono scusarci se con tanta i11sisten:a ritorriicww su questo argomento «guerra)), ma crediamo che sia quello che domina tutti gli altri e di fronte al quale bisogna saper trovnre aUeggia11umti e azioni coraggiosi. Questo, perù, non c'impedisce di vedere come il problenw guerra sia legato ud 11n'in{ìnit.ù di altri e che sia proprio su questi altri 1>roblerni che il bubbone (<guerra>) germina, si sviluppa e si riproduce. l'o:.ione di condizionamento che i poteri costituiti esercitano sui popoli, le coridizioni di miseria in cui si trovano i paesi sott.osviluppr,ti. l'esaspera:.1'.one di milioni di lavorutori per le co11dizio11i.di sfruttamento cui sono tutt'oggi sottoposti, il dispotismo degli stati, anche di quelli che si de/iniscur,o ,lemocratici, socialisti o comuni3ti, fanno che la guerra sia accettata da milioni e milioni cli luvorntori. Le mollitudi,ii che 110nhanno niente da perdere, neppure la libertà. s0110 sempre dispo!le ml accettare quell'm;venlura tragica che è fo guerra. /Jisogna eliminare tutte le condizioni disumane socillli. gli a11tago- 11ismi, gli odii tra popoli, se voglimno eliminare le guerre, Un gro,1de mito è croUuto in Oriente e quel crollo lw messo a nudo errori ed orrori che mai mente mmma avrebbe potuto immaginare. È un nvve11imento che tor111e11terùper molto tempo lo coscien:a di milioni di m.ilitanti comunisti e li porteflÌ. noi ce lo auguriamo, o riven– dicare la loro autonomia dallo Stato-guida e dagli 5/ e.ui dirigenti (·omunisti dei loro pllrtiti. Nei nostri riguardi ha messo maggiormente in luce le nostre verit<Ì e co11ferito ad esse una certe:.:.a storica. Ma se ci occontentassimo e fossiuw orgogliosi solo di iJtieJto, ci con• <lanneremm.o all'inazione e, quindi, oll'impote11:.a. Percl,è /e verità diano buo11i frutti debbono cadere in un t.erreno fertUe e spella a noi /ert.ilizzare <Juelterre110. Dobbiamo stare, perciò, con gli occhi e Lu me11le bene aperti per cogliere il senso degli avve,u'.menti, per capire ,wmiui e situazioni, per &tudiare i problemi e trovare proposte concrete capaci di promuovere azioni di uperlura e di rottura con fo società <tlluale. Bisogna OJ>emrecon intelli– ge11:a, superare le difficoltà e scuoierei cli dosso la J"usivitù, la pigrizia e il conform.ismo di cui siamo rimasti anche noi contugiciti. Se ognuno di noi si lroverù al suo po!to di lavoro e cli loua r1011 potrà non aver speranza nell'avvenire. perchè l'avvenire è giù in atto nella sua azione e nell'amore che egli sente per l'umanità. E l'<w.gurio che formulimno, in quest'alba grisia del 1962, è che ognuno di noi si ricordi di essere a,wrchico e che cosa questo comporti di luvoro, di studio e di lolla. V.

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