Volontà - anno XIV- n.11 - novembre 1961

sono chiesti: J)erehè la Spagna, og• gi? Perehè parlare delle sue miserie, della sua servitll, delle sue sofferen– ze, dal 1l1omento che durano eia 25 aooi? t, <1uesta, una domanda che non Cl tacciamo noi anarchici. Da sempre, ed incessantemente, siamo stati con la Spagna del popolo. Fummo i pri• mi, tra gli antifascisti in esilio, a correre in suo soccorso, subito dopo il 1n1tsch franchistn: i nostri com– pagni confusero il loro sangue con <1uello dei miliziani spagnoli, nel– In guerra contro Franco; con gli spagnoli divisero le gioie delle prime vittorie, le grandi spernn• v.e di allora, la volontà di vin• cere il fascismo, il dolore delle econ– fitte che ne seguirono, il triste de– stino nei canq>i di concentramento della democralica Francia. Sappiamo che non siamo stati i soli, ma non crediamo di mancare di modcstill se diciamo che tra lutti gli aggruppa• menti antiCascieti noi anarchici sia– mo rimasti i pili fedeli alla causa di libertà del popolo spagnolo. Quando il cattolicissimo Franco faceva condannare ( e fa condannare tutt'ora) coloro che semplicemente non aderivano al regime, o. ancor piì1 duramente, coloro che lo rifìuta– vnno e lo combattevano clandestina• mente - ricordiamo i 1>rocessi, o meglio le fìnzioni di processi con centinaia di imputati molti dei tiuali militanti della C.N.1'., l'organiz. zazione sindacalista libertaria, do– ve (urono pronunciate decine di condanne a morte e secoli di gnlera, nello spnzio di poche ore, senza che l'imputato avesse ga– nmtiti p:li elementari diriui clella difesa - quando, dunque, il cristia– nissimo Franco perseguitava, impri- 644 giona,•a, torturava, Cucil8'·a, in no– me di una legge che lui stesso si era (abbricato (18 aprile 1947) che as– similava gli atti di ostilità al regi1ue agli atti di banditismo e di terrori– e-mo. noi anarchici non mancavamo mai· di protestare contro questi as• sassini, di denunciare al mondo in– tero quClla vergogna d'Euro,,a clic era il regime franchista. Ci (u persino, qualcuno dei nostri che, più sensibile cli lutti alla trage. dia del popolo spagnolo, in preda al– la disperazione di fronte alla i.ndiffe. rcnza delle masse e degli uomini che portano la rcsponsabili1à della poli– tica interna1-ionale, volle spez1-are il muro di silenzio, di egoismi, di op• porlunismi che segregava la S1,agna dal resto del mondo, con un atto di violenza. Ciò accadde a Geno,•a do– dici anni (a. ciò è accaduto a Ginc• ,•ra neJ febbraio di <1uest'anno e gli autori di <1ucst'ultimo gesto sono oggi in attesa di essere giudicati dal tri• bunale di quella ci11ì1.Non credia– te che l'atto violento, che fortuua– tamente non foce vittime. fosse di– retto ,·erso i ra1>presentanti del re– gime spagnolo in Italia e in Svizi:e– ra. Era diretto conlro l'indifferenza dclrOceidente e diciamolo. pure, 1>erchè è do,•croso dirlo, contro l'in• differenza delle masse. E l'indifferen– za ,•erso la caus11 cli libcrlÌt di m1 po• polo, di un qunlsinsi f)Opolo. è un crimine ben maggiore del ricorso al– la bomba. Ci fu. anche, e ricordandolo non posso fare a meno di com– muovermi, chi per denunciare al mondo intero l'abbandono, i tradi– menti dell'Occidente verso la Spa– gna, fece oloeauslo della propria vi– la. Vi ricordate, amici e compagni, di Francisco Sabater, dell'hombre.

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