Volontà - anno XIV- n.10 - ottobre 1961

gogia sia a sua volta un 1 educazione alla liberti, per l'adulto che Ja attua. Per lauto è pili conrnccnte l'appellativo di « comunità • a <1uesla iniziali\?& che continua a l'il'ere, dopo !'esperienze di Sorrento, nella pineta dei Ronehi di Marina di Massa. È una esperienza pedagogica intesa in senso comunitario di cui non può sfuggire l'importanza, in un momento come questo, in cui è acuto il divario rra teoria e pratica, fra intenzioni e realizzazioni, tra pensiero ed azione. Bisogna a questo 1>roposito rile\t8re che nel noslro tempo certe correnli pedagogiche formulano i postulati pili progrediti e libertari, postulali di progresso difficilmente reperibili in aliri campi del pensiero e dellu culiurn .. Ma tali postulati non trovano, purtroppo, la loro realiz– zazione pratica per i numerosi ostacoli che si oppongono alla loro attua– zione: le scuole go, 1 eruatil'e ne sono una ridicola parodia. · Questa nostra eomunitit M. L. Ocrneri vuole essere un ten1111ivo di rcnlizu1zionc di lali pos111ln1i. È do,,eroso usare il lermine «tentativo» per le numerose difficoltà che abbiamo inconlrato e che inconlreremo; f)Cr gli impedimenti dol'uli all'ambiente. ccl 11 noi s1cssi così poco educati ad uno liber1i1 da dimen– ticare che molto di quanto concerne la liberlà è dello, scritto o pensato, nrn non vissuto e realizzato. Tro,•arsi perciò di fronle a lulln unn prohlematicn <1uo1idiana con la ferma intenzione di risolverla in termit~i di libertà dit necessaria– mente il senso di un tcntati,•o, di un'esperienza i tcnta1i,•o ed esperienza che vanno mano mano perdendo la loro preca.riclà col llassare del tempo, col trascorrere di un mese. Ed è nppunlo la brcvi!Ìt di un mese estivo durante il quale si svolge la l'ila in comune tra adulti e bambini che costituisce uno degli oslncoli più im1>or1auti all'adern1>imento di quanto ci si prcfìgge: per gli adulti impreparati al sincero calore di una vila in comune i e ller i bambini sui quali l'educazione 1radizionale ha giil impresso le sue stigmale cli chiusura alla vita. Noi mireremmo perciò a creare una scuola laica ,,ermnncnte: 1111 centro comunitario pedagogico che non c'imponga questi limiti di lcmpo. Dall'acquisto di altri 1.500 melri di terreno, già reso noto, alla costm– zione di un edificio ada110 per una scuola il passo non è poi grande e come sempre possono essere difficohit di ordine psicologico ad impedirlo. Intanto però vogliamo dimoslrare a noi stessi che non sono le ristrel– tczzc di tempo e di spazio ad impedirei di vivere in modo libero e comunitario. Per ora si traila di un'esperienza ricorrente che si S\'olge in UD 589

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