Volontà - anno XIV- n.7 - luglio 1961

1empo, circa la possibilità di rag– giungere uua societì, più razionale e piì1 libera, però diventano altt·et– tanti sogni le mire e le velleità delle classi dominanti, circa il loro scopo - che fu sempre possibile nelle guerre del passato - di operare con le terribili armi odierne senza in– taccare 1>ericolosamente la loro stes– sa struttura e il gioco dei loro e– goismi. Con altre parole, se l'anarchismo è costret10 a trovare altri e pili in• telligenti mezzi di lotta (se non 1>ro– prio per vincere del tutto, ma al– meno per non rimanere interamente e defìnitivamcnte s01umerso dalla crescente marea delle masse politi– cizznte) anche i do1ninatori incomin– ciano a comprendere che il solito gioco uhra secolare diviene sempre più difficile e più pericoloso, in quanto le forze distruttive non sono più dominabili come un lempo, e non si possono pili convergere in modo che escano pii, sacrificate le classi che poi saranno qnclle che e(. fcuivamente dovranno lavorare per ricostruire tutto quello ch'è stato di– strutto. Fino a 1>ochi decenni or sono, a soli duecento chilometri dalle trin– cee si poteva lo stesso sognare tran– <1uillamcute, e magari illudersi che la guerra non era altro che una fan. tasia crca1a per alimentare i giornn– Ji. Gli orrori, pur essendo stati rea– li, erano senq,re localizzati entro zone rela1i"arucn1e ris1reue. Bnsia pensare nll'irnmcnsa differenzn cli devastazione e di cruclelti1 che ha differenziata la seconda guerra mon– diale dalla prima, per comprendere quale potrebbe essere il progresso distruttivo di una ter::.a... ton solo 426 come pura <1uantitìt di rovine, ma pure come esplosione di « crudeltà• mitiche)); poiehè dalla scienza non è stato ancora bene rilevato un im. pressiouaute fenomeno: che all'am– plificarsi della potenza dis1rutti\'a delle armi vi è parallelo un ampli– ficarsi del mito distruttore. li raz– zismo concreto e ideologico in scala mondiale: la pretesa purezza o su– premazia di una data razza, di una da1a clollrina o ideologia, che fini– scono coll'erigersi come diabolici giustizieri contro tutto quello che sembra conlrario a quella pretesa supremazia; tutto queslo diventa quasi lo scopo supremo delle guerre in quanto tali. Le aberrazioni della 1>siche di,•entano sempre pili UlO• s1ruose, come una sorte cli ebbrezza satnnica senza limiti. Le crudeltà della prima guerra mondiale non ammesse dal cosidetto codice in1ernazionale, furono coset– te da nulla in confronto cli quelle della seconda. E chi ricorda ancora la terribile impressione suscitata dalle prime bomhc- aeree cli 45 anni fa, che tutlal– pill !fondavano un marciapiede o de• rnolivano il !etio di una casa, in•rà certo fallo il confronto con i bombar• damenti a tappeto di trislissima e (>iù recente memoria; uniti al campione atomico sganciato ~u Hiroshima, co– me 1.es1imonianza della bontì, dei proc.lo11iche il previdente e pa1erno potere J>olitico-militare dislribbuirà piii generosameu1e nella prossima ... In simili argomenti diventa dolo– rosa nuche l'ironia; e tutta"in ben 1>ochis'immaginano quale grado po– ircbbero raggiungere le aben-azioni mitico-ideologiche in una guerra nu• cleare.

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