Volontà - anno XIV- n.6 - giugno 1961

zione fino a1l'ultimo: l'unione delle grandi industrie per attuare una tecnica migliore e uno sfruttamento più razionale. Per tanto ( ..... } la socializzazione da noi propugnata dovrà correggere i di{etti del sistema e dell'organizzazione esistenti in ogni singola industria ..... ». Ecco in riassunto quello che si proponevano: « Per realizzare la socia– lizzazione di un'industria bisogna unire tutti gli sforzi dei singoli settori che compongono il ramo dell'industria in un piano generale e organico, cou il quale si eviteranno le competizioni e le di(6cohà di ordine sindacale che intralcerebbero la buona organizzazione deJl'industria socializzata. Si lance• cerebhero la buona organizzazione dell'industria socializzata. Si lance– ranno gli organismi. di prodozione e di distribuzione in maniera da evitare la speculazione di elementi estranei agli interessi dell'industria socializzata >>, 11 documento ha una grande importanza nell'evoluzione della conce– zione collcttivisla. I lavoratori si resero conto che la collettivizzazione parziale degenererebbe in un sistema di cooperativismo borghese. Le imprese soppianterebbero i classici consigli cooperativi e cadrebbero fatal– mente nella burocrazia e nella disuguaglianza sociale. Una o l'altra collet– th·ità termineranno per combattere la guerra commerciale come le piccole im1>rcse borghesi. Si tratta,·a di allargare la concezione col1ettivista, am– pliarla organicamente e solidariaznente a tutte le manifestazioni della rÌ• spettiva industria e riunire le industrie in un tulio armonico e disinteres– salo. Questo è il vero concetto della socializzazione che era, sin dagli inizi, nella mente del1'anarchisrno e del sindacalismo influente, la cui proiezione ostacolerà ed eliminerà il marasma politico, statale e militare. L'aspetto salariale risentì della pressione costante delle circostanze politiche e militari. In seguito all'abolizione della circolazione monetaria vi {n una tendenza verso il sistema del salario familiare. Per meglio illustrare questa corrente, che si andava formando simultaneamente in tutte le località, trascriveremo una parie della mozione elaborata da un altro pleno di sindacati della regione valcnzana tenuto in novembre. Aveva come base l'individuo in quanto consumatore senza distinzione di ra.:.:a, professione o sesso. Stabiliva il carnet familiare dove veniva regi• strato il numero e l'età dei familiari. La quantità economica del salario era fissata dai Consigli locali di Economia con rilerimcnto ai prezzi degli articoli di consumo nelle località. La base del salario era definita nel modo seguente: « La base del salario familiare sarà definita con riferimento alle necessità clell'individuo, che deve essere capo famiglia, e previo tale definizione sarà aumentato del 50 per çenlo per il familiare a carico che abbia pili di 16 anni e del 25 per cento per ogni familiare minore di detta età ». Il sistema non era obbligatorio per le socializzazioni che a,•evano soppresso la moneta come forma di scambio e uti1izzanno un salario in. natura. (co11ti111w) JoSÉ PEIRATS 361

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