Volontà - anno XIV- n.3 - marzo 1961

altra parte io non intend-0 qui di approfondire 11è indagare ingolfandomi nella facile critica, spesso inutile, al regime vigente, voglio solo constatare e portare qu~ti due lavori a. conoscenza del nostro ambiente. " La ballata del soldato Piccicò,, di Aldo Nicolai, venne rappresen– tata l'anno scorso al teatro Mercadante di Napoli dalla compagnia del Teatro stabile della città e ne fu regi.sta Sandro Saqui. È un dramma antimilitarista cl,c inizia con una parodia della disciplina militare - uso Marmittone - e termina con la fucilazione ciel soldato Piccicò che, per vendicare l'onore di una giovane compaesana, aveva ucciso un sergente, il quale era un suo superiore e quindi, insindacabile. L'episodio, se pure non sia vero, è drammatico e patetico, realistico cd rwllm-O. Secondo me il lavoro era discreto e ben recitato, ma non trovò consenso nella gretta stampa locale e non ebbe afPuenza di pubblico, (la gente vuole spesso andare al teatro per distrarsi e per ridere), e dopo u.r1a decina di rappre• senr.azioni dovette levare le tende e non è stato dato iu. nessun' oltra città, per quel che io sappia. "Sacco e Vanzctti., è stato scritto da Roli e Yi,a.ce11zoni,due giouani clic, se pur 11.on v issero in quei funesti armi tra il '20 e il '27, ne hanno compresa tutta la tragedia ed hanno voluto ripresentarla ai loro comem– poranei, affinchè anch'essi sappiano e g"iudichino. Qu~to dramma, ancora inedito, è stato ,lato quest'anno per ci-rea due mesi al teatro Parioli di Eoma dalla compagnia degli artisti associat.i, con la regia di Giancarlo Sbraglia. Ne sono protagonisti Ivo Garroni e Giommaria YolontC (qttesti fu anche il soldato Piccicò) cd altri bravi modesti auori clic /ranno mes.,o nel lavoro tanto impegno e tanta passione da farci rivivere quasi come nella realtà, la tragedia di quei due infelici e/re auevano l'unico " torto,. di essere anarchici, E l'i11traprendenza cli questi giovani artisti dol,biamo ammirarla: essi., pur sape11do che il gran pubblico preferisce il teatro leggero, si sono impegnat.i in un lavoro che porta gli spcttotori a ricor– dare, a soffrire,a meditare. E questa volta pare che il pubblico non li abbia del tutto delusi. Quanti compagni o ancl1e semplicemente liberi pensatori di Roma, . lia,uao visto c1uestoclramma? È vero che il teatro di pros<l,specie ,, Roma, costa caro e non è alla portata delle nostre borse, ma valeva la. pena di fare un sacrificio per conoscerlo. Esso ci ha fatto risoffrire quella avvilente nostra impotenza cli allora di fronte alle beghe politiche e giudi.ziarie, ma ci Ira mostrai.o ancora una volta che non ci sono miti incrollabili, nè credenze i,1sind<lcabili, e che an.cl, e le idee di Sacco e Vanzetti meritano comprensione e rispetto. ll 16 febbraio la Televisione (ed era tempo, dopo due mesi di rappresentazioni consecutive), presenti, alcune scene di " Sacco e Yanzetti ,. ; il che mostr<i che questo lavoro si è imposto anche all'attenzione dei dirige,iti dello spettacolo. Questi due drammi ci dicono clic al di sopra di ogni istituzione e di ogni astrazione c'è l'individuo umano ed è a lu.i che bisogna guardare. Sono c1uesti i lavori teatrali che per noi sostituimnno la tragedia greca ormai troppo lontana al nostro morulo, e voglio sperare che il teatro 164

RkJQdWJsaXNoZXIy