Volontà - anno XIV- n.3 - marzo 1961

italiano e intema:i-Onale abbfotto via libera per seguire quelle .ira,le clic pos.,ono educare gli uomini ad ema,1ciparsi ed a crearsi una coscienza morale degna di una matura civiltà. M. LOl\tuARUI 3. Gioventù alla ricerca di se stessa Parigi, febbraio 1961. N Es s u N A delle grandi orgnuizzazioui politiche, sia antica come il partito socialista, o recente come la formazione de-gnullista, (l'Unione per una Nuova Repubblica), conta nuclei importanti di giovani. Vero è che ogni partito dispone di uffici nazionali o comitati contrassegnati dalla etichetta: «Giovani», i quali uffici si danno da fnrc per at1irarc a sè le nuove generazioni; ma si tratta di stati maggiori che rappresentano scarsi soldati. Basta rilevare le cifre delle tirature di giornali destinati ai meno di venticiu<1uc anni di ett,, per vedere che questo è uu pubblico limitatissimo ad onta dei mezzi di propaganda cho sono rnlvoha consi– derevoli. Quanto alle riunioni pubbliche dedicate ai giovnni, non v'è nessun partito che tenti di convocarne, per mancanza di uditorio. Questa constatazione vale tanto per le correnti di sinistra che per quelle di destra. La gio\·cntù comunista, una volta possente, è ora COtitrelta, per mantenere un certo contatto coi suoi simpatizzanti, ad organizzare feste da bnllo o adunanze di ricrenzione. Gli clementi dell'estrema destra non dispongono che di piccoli nuclei, che sono n volte molto nttivi, ma nume– ricamente esigui. Si tratta, <1uindi, di un fenomeno generale; cd è cerla• mente indizio di una (ratturn fra le associazioni, i militanù, i programmi delle vecchie organizzazioni, e le aspirazioni o il comportamento della gioventù odierna. Non deriva da negligenza da parte dei partiti organizzali, poichè tutti fanno sforzi per attirare la simpatia dei giovani cd a questo lìnc svolgono attività d'ogni genere. t altresì curioso constatare che, soli.o il velo di fraseologie apparentemente molto diverse, essi offrono alla gioveJ1ti1pro– spettive non molto dissimili. La parola d'ordine pii1 diffusa è: eguaglianza di opportunità, vale a dire la possibiiltà per tutti gli adolescenti, senza distinzione di origine sociale di continuare gli studi, d'attingere unn for– mazione tecnica o universitaria che li metta in condizione di poter occu– r,are ftmzioni corrispondenti alle loro capacità, alla propria intelligenza, ai propri meriti. Appartenere alla classe operaia non sarebbe pii1 ostacolo alla compe– tizione per i posti direttivi, in una societì1 che è ognora 1>iì1 gerarchizzata. I programmi e le rivendicazioni della maggioranza degli nggruppamcnti politici vertono dunque sulla democraùzzazione dell'insegnamento, l'offerta di borse di studio, l'aiuto agli studenti meno provvisti, ccc. 165

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