Volontà - anno XIV- n.2 - febbraio 1961

della classe operaia per molti anni avvenire, e nessun militante poteva ignorarlo. La prudenza avrebbe voluto che si accettasse la mozione d'André Re– nard che prevedeva dei rinvii e permetteva una pre1>arazione tanica e avrebbe dato al mo,·imento uua legittimità per mezzo del referendum. Furono i rancori personali e, forse unche, gli amor propri oHesi che ebbero il sopravvento sulla ragione. La mozione Renitrd (u respinta con 486.487 mandati contro 475.823 e 53.112 astenuti. Lo stesso risultato del volo riHette uno dei dife111i di struttura organica della F.G.T.B. che, con una manomissione amministrativa sulle regioni, permcllc di mettere i sindacati contro l11loro stessa centrale di categoria. Il rifiuto si foce a beneCicio d'una mozione presentala da Dorc Smets, senatore socialista e presidente della Centrale generale delle varie indu– strie, e che può essere considerato come il rappresentante della destra sindacale. Questa ,nozione è così concepita : « La F.G.T.8. contribuisce e contribuirà con tutte le sue forze alla battaglia ingaggiala per ottenere il ritiro della << legge di disgrazia ». lJ Comitato nazionale preconizza l'organizzazione nazionale d'una giornata di lotta in gennaio, la data dovrà essere [issala dalla F.G.T.8. tenendo conio dello sviluppo dei dibattiti parlamentari. A questa giornata di lotta tulle le regioni contribuirauno con il mas– simo sforzo nel largo <1uadro delle loro possibiliti1. Il ritiro o il ri[iuto del progello dellu legge unica non è tutlll\ 1 ia suUi– cicnte. Bisogna dare al paese una politica sociale cd economica adeguata alle condizioni presenti e adattala all'evoluzione comunitaria della ,,ita economica che sempre pili metterà in primo piano l'uomo e la colletti– vità degli uomini ». Questa mozione, imbevuta un poco cli sciro1>po « human rclations » non osava nep1>ure servirsi della parola <( scio1>ero )l, non conteneva nieute di concreto, non impegna,•a H Comitato centrale della F.G.T.B. che per la scelta della data, (e tenendo conto degli sviluppi del diba11i10 1>arlamen– lare », e lasciava alle organizzazioni regionuli la cura di partecipare a una gioruata di lotta nel quadro dei loro mezzi. Era una presa di posizione estremamente grave pcrchè accettava in anticipo un verdetto 1>arlamen1are, sul <rualc non potevano esserci dubbi, ed era in opposizione formale con la volontà della base sindacale che esigeva << il ritiro del progetto cli legge Eyskens ». Fu uu errore funesto in un momento in cui uua parte del paese era sceso in strada cd in cui era e,•idcnte l'irresistihilitii dello slancio. Quando Debunue venne alla tribuna per dichiarare che la Centrale generale dei servizi pubblici lancerebbe l'ordine dello sciopero generale, qualun<1uc fosse la decisione del Comitato nazionale, ci furono dei propo– siti agro-dolci tra i membri del segretariato. Mentre il Comitato nazionale dimostrava la sua impotenza o la sua opposizione a una prova di forza, le oHicinc e gli uHici si vuotavano. Dagli uni agli altri lo sciopero s'ingrandiva. Lo sciopero dei servizi co- 97

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