Volontà - anno XIII - n.12 - dicembre 1960

zionati, timbrati nell'ufficio di polizi:l. cecoslovacca, e restituiti dopo una ora, un'ora e mezza; tuttavia le dichiarazioni valutarie non sono raccolte individualmente, ma per scompartimento, sicchè la reeponsabilità del sin– golo si riduce a nulla e l'operazione assume l'aria di un compromesso buono a salvare la forma. Questo treno, che parte da Varsavia all'una di notte, ed è l'miico legame diretto con Vienna, comprende quattro car– rozze letto (per Vienna, Budapest, Bucarest, Belgrado) wia prima e una seconcla: composto, ad evidenza, per i funzionari politici, i dirigenti, e gli uomini d'affari: la povera gente viaggia stipata in una sola carrozza, come dappertutto. Il primo incontro - o scontl"O- con l'ambiente <' gli abitanti di que– sta fantasiosa Polonia l'abbiamo avuto alla stazione di Poznan, do,•e sia– mo arrivati alle quattro del mattino: mentre il gruppo di Kolobr .r.ek era atteso da un funzionario dei Giovani Socialisti, con il quale, dopo una buona colazione e qualche ora di riposo, riparti per la bella cittadina balneare, noi tredici, destinati n un campo in provincia di Bydgoszcz (ma non sapcnuno ancora in qt1alc località) non trovammo nessuno. Con due o tre giorni di viaggio sulle spalle (e un assalto, alla !Ha– zionc di Berlino-Est, al treno per Varsavia, da far invidin a un nrrem– baggio snlgariauo), affamati. stanchi, - restar nella sala d'aspetto con bar (mn senza consumare nulla, non avendo denaro polacco), in una attesa che si rivelava di ora in ora pii1 assurda e priva di speranza, era davvero triste; né In tazza di té, che il ~apogrnppo riusci ad offrirci con i trenta zloty (750 lire) di spiccioli che s'era portato, pote\'a solleYarci il morale. Essendo domenica, chiui-:o l'ufficio locale dell'Unione della Gioventù Ru– rale, organizzatrice del nostro <'ampo 1 chin!'O <1uellodel Partito dei Con– tadini, che forse pote,•a saperne qualcosa, chiuse le banche, per il cambio. Il vasto locale dove ci siamo accampati con i bagagli sparsi Ira i tavoli di legno, è popolato per metà da viaggiatori, per metà da gente che sta li perchè può venirci a bere a l(lHllsiasi ora del giorno e della notte; una famiglia di contadini con gli abiti della festa, seduta a un tavolo presso di noi, beve té e mangia fettine di pane nudo, rirnglintc dalle lunghe for– me di un chilo: in silenzio, lcntnrncnle, quasi con religione; un pò come i braccianti siciliani si godono il pane con un'arancia, dividendo ogni spicco in due o tre parti, per lnr durare il pranzo più a lungo. Al gio,•inetto di questa famiglia polacca (avrà avuto sedici, diciotto anni), magro e spaesato, la colazione sembra andar di traverso, tanto ha la mente occupata altrove: con gli occhi strahmati beve ogni movimento della nostra piccola svedese come fosse un'apparizione di fatn, come una creatura di paradiso: sembra un beota al quale sia comparsa In Venere di Milo; un pigmeo adolescente che assista alla spoliazione di Brigitte Bardot (quaud'era così bella da non pensare a suicidarsi). Il suo capo segue involontariamente gli occhi, gli occhi seguono i movimenti delle braccia, delle labbra, della voce di lei; non comprende nulla di quelle parole d'un altro mondo, ma si capisce bene che vorrebbe comprender tutto. E ne vale la pena: In nostra compagna di lavoro ha diciott'ann.i, è 709

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