Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960

pool, arrivava fino a domandare che t1na nave da guerra inglese stazio– nasse nel porto. Le mjsurc di ..,igilanza prese dal– le autorità di polizia dell'Isola con– tinuarono ancora durante il mese di ottobre, per tutta la vendemmia. Il commento politico più appro– priato alle gravi insurrezioni sici– liane dell'estate 1860 fu dalo dal Ferrari quando, nel suo discorso al– la Camera dell'll ottobre 1860, d'e. · finì i fucilati di Bronte e degli altri paesi di Sicilia « le prime viuime . della guerra sociale ». •< Il feudalesimo poteva avere cambiato nome e mani - scrive Io Smit11 - ma qualcosa di non dissi– mile era emerso dalla calma domi– nante deJla rivoluzione garibaldina ed assumeva la direzione del siste• ma elettorale dopo i) 1860, facendo del governo rappresentativo un tra– vestimento. Qut>sto era, tuttavia, un feudalesimo diverso e per il conta– dino esso era spesso peggiore. Ai si• gnori sostituironsi possessori avari ed usurai, e la proprietà non (u u– gualmente più diffusa, ma restava in poche mani. La causa di Garibaldi significò potere e profitto per i mer– canti ed i proprietari di terre ». Il popolo siciliano non era più oppresso dall'aristocrazia, come nel 18.)no secolo, ma dai suoi successo– ri: le 20.000 famiglie. Ad esse sole In rhtoluzione del 1860 portò « la libertà >>, libertà di traffici, e la gr3ssa espropriazione dei terreni dell'asse ecclesiasticO. I latifondi aumentarono la loro già non indi(– ferenle estensione grazie al passag. , gio delle terre demaniali neHc mani dei cosid'etti « creditori dello stato» (il patriottismo dei ricchi si pnga) o pretesi tali, mentre il debito pub- hlico aumentava paurosamente. La formula magica per coprire queste losche operazioni di greppia fu pre– sto trovata: « miglioramento dell'.:1. gricohura e libera circolazione <lc•i valori immobiliari ». Spigolando sugli insospcuahili giornali palermitani dell'epoca, tro• viamo degli onesti pubblicisti dte nei loro scritti cercano di inquadra– re i disordini ugrari nel loro COll• testo economico-sociale. << La Forbice >> del 30 ot10Lre 1860 1,arla « delle estese tennle sono la denominazione di ex-fendi che sono pel momento abbandonate ad un ge– nere di coltura poco proficua, ed in parte incolte >>, Ne ,e 11 Garibaldi » dell'll e 16 . giugno 1860 si legge, in uno scritto dell'economista Penni: K I boschi distrutti e le coste dei monti nude; i fiumi senza dighe ed i torrenti straripanti distruggevano in un gior– no qunnto la mano dell'uomo in un anno creava; i latifondi di comu– nale e<lecclesiastica proprietà incol– li e ,nale diretti offrivano lo spet• tacolo della morte, immense esten– sioni di terre che le acque impaluda– no e il miasma allontana ogni esse– re vivente. Non strumenti agrari, 11011 istruzione di agricoltori, non associazione tra i grandi e piccoli proprietari. Gli infami e prepoten– ti usurai da..,an <1ualch'obolo e lu messe intera nei loro r~rngazzini chiudeva\}O, L'aristocrazia era bus. sa, vigliacca cd·ignorante. I commer– cianti, i capitalisti ed i proprieta– ri, sotto la ridicola egida di esscrP. sicuri dei loro averi; di essere ga– rentiti nelle loro ladre cd egoisti– che speculazioni, servivano il go- 627

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