Volontà - anno XIII - n.7 - luglio 1960

considerare questa materia esclusi– vamente politica e non religios.a. Una J>ersonalità, di famiglia ed e– ducuione europea, vissuta molti OJllli in quel paese, scriveva alcuni anni or eono in una rivieta omeri. cana: « 11 dilemma del Sudafricn dev'essere considerato con spirito di comprensione. Le generazioni di bianchi oggi viventi nel Sudafrica fonnano la classe ereditaria domi– nante nata in una condizione socia. le preesis1cnte, e noi tutti conoseia– mo <1uale capacità abbia la natura umana di adattarsi all'ambiente in cui si è nati e vissuti. Molti di es.si tentano disperatamente di concilia– re il troppo naturale desiderio di trusrnettere ai loro figli il livello privilegiato di vita, in pace con la proJ>ria coscienza: e mi domando quale altra classe dominante, in J>O• sizionc cosl tragica, agirebb" diver– samente. Il bianco si trova nella po– sizione di chi vivesse senza aaper– lo sull'orlo di un vulcano e, OV\'e. duto.scne. credesse di 1>remunirsi rizzando un cartellone con la scrit– ta: /.,'eruzione è assolutamente proi– bita, mentre la lava sale e l'esplo– sione finale si avvicina sempre pit'i. Per il bianco del Sudn(rica non si scorgono che due alternative: con– tinuare la presente politica di op– preMione; e ciò condurrà alla rea• zion<' violenta e allo spargimento di l!tln~ue, senza speranza per esso di 801>ravvivenza spirituale e materiale nello terra in cui è nato; 01>pure a– gire d'accorcio coi principi c1ici 1 ac– cordamlo al fratello negro ciò che gli spella di diritto. Questo sarebbe, è vero, un coraggioso atto di fede, perchò nessuno può prevedere do, 1 e ciò condurrebbe: ma esso autorizzc. rebbe almeno la speranza di un mo- ,tu~ 1·ivendi per tutte le razze, per <11u1ntoio non sia punto ottimista. In conclusione il Sudafrica è un an• gl)lo djsgraziato di un mondo che ha perduto la sua ,•ia... Ma esso non è che un caso particolare dell'ardua soluzione del problema eterno dei contrasti del bene e del male, della lede e del timore ... dinanzi ai quali re.sia solo da seguire con pazienza e fiducia quei barlumi e quel dovere morale quale noi lo vediamo ». Questa fiducia nel trionfo del bene sorregge gli ottantadue leaders del movimento per l'uguaglianza dei di– ritti di lotte le razze, relegate senza processo nè motivazione dal « l\fini– s1ro per l'Amministrazione e lo svi– luppo dei Bantì1 )) nelle uree più desolate, spesso con le loro fami– glie, a condividere la estrema mise– ria di un sussidio di poche sterline inBufficienti al 8010 villo, coi soli abiti che hanno in<IO&IO:ma talora invece slrappati lontano da esse, co– me una madre, la signora Albert E. l\.fa(eking ehe 1.200 chilometri se– parano dai figli; le loro biografie ci riportano allo spirito eroico del nostro Risorgimento. Il leader pii1 Camoso ò Albert Lu- 1huli, wrn specie di Gandhi llantì1: la figura morale e la suu maturità democratica, dànuo un'idea del li– vello morale ra,;:gimtlo dalla parte più evolu1a della popolazione ne– gra; e fon,iscono una spice;azione della moderazione e dell'autocon– lrollo ammire,•olc che essa mantie– ne sotto un regime superla1ivamen– te vessatorio. Ad un mese dalla segrcgazioue di Albert Luthnli, nvvcnuln il 26 giu– gno 1959, giornarn divenuta sacra al– la libertà d·el Sudafricu, si iniziò lo uso dell'unica arma non violenta di- 427

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