Volontà - anno XIII - n.5 - maggio 1960

privilegi, e non glielo chiedete quan– do ritenete opportuno di entrare in guerra? Tale richiesta da parte dei cittadini non avrebbe forse tutta la sostanza di essere una valutazione del tutto obiettiva? Ci farete osservare che nella « li– bera volontà » degli elellori - io quanto una data maggioranza di essi ritengono validi per il governo un dato gruppo e una data qualità di uo1nini - è implicitamente appro– vata anche un'eventuale dichiarazio– ne di guerra, come d'altra parte sO– no implicitamente approvate le leg– gi che tale governo può emettere. Lasciamo 1>assare l'implicita ap• provazione dei decreti legge (ove, d'altroncl'e, la parte del leone è sem– pre per la classe che domina). Però quando si tratta di scatenare una guerra, che specialmente oggi giorno non può essere ahro che spaventosa, una sorta di referendum popolare potrebbe avere nna certa efficacia e sarebbe l'unica contingenza elettora• le ove anche noi libertari si diver– rebbe appasionati vot9:nti; pur com– prendendo che l'esito della votazio– ne darebbe lo stesso una relativa– mente grande percentuale di sì. Tut• tavia, anche senza avere una piena fiducia in tale mez:r.o, sarebbe lo stes– so un passo più positivo che nega• tivo. D'altra parte non è nostra abitudi• ne quella di cullarsi su speranze in– genue; anche se talvolta siamo tac– ciati di generosa ingenuità. Ed è per questo che diCendiarno appassio– natamente l'obiettore di coscienza, qualunque possa essere il suo ere• do spirituale. Potrà anche avere un sentimento non bene. chiarito; sen• . timento che, con un senso piii ade- 336 guato alla concretezza della vita, po– tremmo definire volontà di non uc– cidere inutilmente; cd appunto per questo prima pietra di un edificio sociale più libero e meno· sangui– noso. E' naturalmente sottinteso che l'o– biezione di coscienza ha un carat– tere universale: essa non conosce frontiere e non è succube di nessuna ideologia politica. La volontà di non uccidere inutilmente è valida per o– gni popolo: essa afferma - sia pmc sotto una forma confusa o addirit– tura inconscia - che le stragi inu– tili non risolvono i problemi dell'esi– stenza. E se è vero che il potere di recupero delle energie umane - al– meno dal lato materiale - è vera– mente sorprendente (città intere ri– costruite, grandi e COntJ)lessi servizi pubblici ripris1inati in poco tempo, ecc.) questo lo dobbiamo all'essenza prodigiosa di quel fattore uomo-na– tura che denominiamo lavoro; e che intere generazioni di economisti, con tulle le loro teorie, non sono ancora stati capaci di definirlo. Se è possibile ri1rnrare anche le più orrende e inutili distruzioni, si pensi quali meravigliose possibilità di benessere collettivo si potrebbero trarre da un intelligente e razionale orientamento della vita. Il nostro pensiero sarà pure uto– pia; ma preferiamo rimanere nel no– stro sogno, piutosto che obbedire a comandi di distruzione. Spiritual– mente vicini anche al persegnitato e derjso obiettore di coscienza, tra– dotto da una caserma al tribunale, e da questo al carcere per poi rag– giungere nuovamente la caserma;

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