Volontà - anno XIII - n.5 - maggio 1960

bere nazioni, e quelle di ieri di Segni che l'ha definita nobile nazione ami. ca, baluardo del pensiero occidentale) la maschera è caduta e, agli osti– nati che si rifiutano di vedere e di capire, è apparso in tutta la sua bru– talità, la vera natura del governo che ha nelle mani le sorti di quel paese. U ,tuinifestazioni di studenti, di avvocati, di gi-Ornali.stidi Istanbul, di Ankara e di alf.re città, non sono state occasionali., ma l'esplosi-One di ran– cori e di odii repressi per lunghi anni contro i governanti dispotici che ave– vano in,asprito già le pesanti misure restrittive della libertà, che avevarw rruo nulla l'opposizione e praticamente inaugurato il sistema del partito unico. Anche qui l'ordine è stato, mom.entanea11iente, ristabilito dal governo per mezzo dei carri armati. Sangue è scor..soMlle vie di alcune città; stu– denti sono stati uccisi e deportati, giornalisti ed avvocati so,w stati impri– gionati. La represio,w è stata feroce. I governi, finchè hanno nelle loro mani la noli zia, l'es.crcito e le armi sanno come fare per ri.!tabilire il loro ordine. Questo accadde anche in Ungheria ,wl 1956, dove il popolo, insor– to perchè voleva la sua libertà, venne domato con i carri armati, ed in quel caso la sanguinosa e feroce repressione fu doppiamente odiosa per– cliè si trattava di carri armati e di un esercito di ww Stato straniero che si qualifica di socialista. Se si esamina, anche solo superficialmente, le situazioni di altri paesi ci si accorge cl1e l'ordine sociale è mantenuto con. la forza delle leggi o con quella delle armi. Basti pensare alla Spagna dove i tribunali militari fun– zionano ancora, dopo 21 anni di dittatura, dopo che i più accaniti oppo– &itorisono stati «sarrotati » e gli altri sono in prigi.one e migliaia e migliaia sono in esilio. E al Portogallo dove il padrone che comanda da tanti anni ha, con il suo nome, qualificato un r.ipo speciale cli governo autoritario. E,( in Algeria, ed in Francia, per accennare &oloai paesi che ci sono più vicini e le cui sit.ua.zioni ci sono perciò più note. 5 E l'Italia? Potrebbe sembrare il paese più fortmwto. Abbiamo una re– pubblica, un governo democratico, siamo Orgogliosi di non. avere nel no– st.ro sistema punitivo la pena capitale, di non avere colonie dove la clas&e dirigente potrebbe sfogare i suoi istinti aggressivi e di comando come per il passato; non possediamo neppure la modesta bomba atomica con cu.i De Gaulle pui, reclamare. la parità con gli altri « grandi» ... In.somma il no– stro paese parrebbe il migliore del mondo. Eppure ... persino un !tferza– gora (chi.<isà pere/tè?) dal Senato ha gridato: «co&ìnon. si può andare avan.ti> i. I mali dell'Italia sono molti e ci .,ono troppo noti: si chiamano disoc– cupazione, analfabetismo, clericalizzazione, miseria vicino alle grandi ric– chez:e, salari di fame vicino ai gruppi di specrJ.latori che arricchiscono rapidamente, interpretazione della legge per l'amico e sua applicazione per l'avversario o il nemico, violazione o accantonamento della Costituzione proprio eiaparte di coloro eh~ dovrebbero rispettarla e farla diventare ope• 291

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