Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

lo sono regioni dove i I movimento è diffuso. E anche la Toscana. Eb– bene <1ueste se vogliono avere una funzione attuale, dal momento che 1,volgono a malapena quella di caJ. mierarc i prezzi, devono a!-sumere quella di vendere e mettere in cir• colazione solo cibi di cui siano in grado di assicurare la genuini1;1, sen• za più concedere al cliente - cliC è un'opera di1-educante valida solo in funzione degli utili. Ma 1>crquc• sto ci sono gil1 i bottegai - <1uci generi che al contrario non offrono alcuna garanzia. E' un rifiuto neces– sario, indispensabile. lndi1-pen:rnbile ,,er ragioni mora– li, necessario in vista delle tr:,sfor. mazioni che lentamente si im 1>011go• no anche nei confronti dell'organi-✓•• zazionc interna che gli spacci di vendita posseduti dalle cooperative dovranno sostenere. Parliamo della eliminazione del personale di vendi– ta, così come avviene oggi, fino ad arrivare al self-serviee, la strada che permetterebbe alle cooperative di sostenere fin da oggi l'attacco che i super-mercati muovono alla slruttu– ra commerciale italiana nel settore degli alimentari. Noi abbiamo gii1 \ 1 isto <1ualche episodio che auticip:.1 questa trasformazione: a Ivrea so– no stati creati alcuni spacci <li questo IÌJ>O. Piccoli, di dimensioni norma– li, ma nonostanlc questo, la gente si serve da sola e passa alla cassa con tulta la propria roba. E' un'iui• ziativa volta a eliminare dei costi, ma comporta il rischio della scelta dei generi, che è compilo di chi di– rige la sezioni degli acquisti, in quanto è in quesla fase che può av• venire la selezione fra cibi veri fica!i e no. Là ove abbiamo visto questo esperimento, si è perseguito solo il fine. economico, ma dovr:"1 avvenire anche il perseguimento del secondo fine, altrettanto iimportante, che è quello del rifiuto di cui si parlava. Inutile aggiungere qui che la ter– za cosa di cui abbiamo affermato la necessil:1, un'altra logica sociale, è presente in ognuna di qucsre azioni. Non è una cosa, ma un movente, una molla d'azione, che guida nelle scel– te e nelle situazioni. E' una forza di cui si sente moltissimo la mancanza, giacchè senza di quella non si co– struisce nulla di nuovo, non ci si può assolutamente contrapporre al dila– gante spirito corruttÌ\•o che porta con sè tanla rassegnazione. P<'r parte nostra il problema del– la difesa contro le sofisticazioni e le rrodi alimentari si combatte a questo modo, direttamcnle e non in– direttamente, come accadrebbe ~e delegassimo ogni azione tutelatrice ai deputati affinchè attraverso gli strumenti legislativi rimedino alla situ.izione. Non è solamente per sfi• du<:ia ideologica che contrapr>onia– rno un altro genere cli azione, ma so• pratullo per esperienza. li nostro è il paese che legifera pili di ogni al– tro, ma è anche il paese dove la lef!f!Csi applica meno. l\la non è solo questo il punto. Si tratta di contrapporre un'azione di carattere collcllivo e organizzata a un'organizzazione che ci nuoce ogni giorno, nella salute e nella tasca. Le leggi, anche se in questo caso ve– nissero e fatte in maniera razionale, non basterebbero da sole a difen. derci. Ci vuole di pili e quel di piì1 dobbiamo fornirlo noi, consumatori, Rrodnttori, cit1adini, tulti coloro che sentono la necessità di mwoversi 1>er difend'ersi. !Ol

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