Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

Ci rendiamo benissimo conto che quello che proponiamo, con tutte le modificazioni possibili e necessarie, è un tipo d'azione Cra le pii1 diffici– li. E questa è una difficohà. Mn pur• troppo cose (acili non ce ne sono. E allora se comunque deve essere difficile la strada da percorrere, sce– gliamo almeno quella che ci offre maggiori garanzie di riuscita, mag• giori prospettive di svilup1>i positivi, quella che chiama il maggior nume– ro di individui a fronteggiare le 1>ro– prie responsabilità. Già perchè a questo punto il di- 8corso deve a1>1>untarsi -in <1uestndi– rezione. Negli stabilimen1i dove si compie il processo di cstcrificnzio. ne cou i grnssi animali dai qunli na• ecc l'olio d'oliva, ci sono degli ope– rai che compiono le operazioni ne• cessarie; nClle ti1>ogra6e dove 11i stampano i sacchetti che conternumo In Carina che la POA farà rivendere, dopo averla riCC\'tlla in regalo, ci sono operai tipografi; (_'hi com pie l'operazione di taglio e di adultera• zione dei vini, è o sono degli 01,e• mi i così si dicu per la pasla, quando con1iene elementi estraneii cosi pu– re 1>eril po.ue che al posto dei grn8• si leciti contiene delle sostanze in– nominabili. Ebbene non si 1>uòchie• dere a costoro di fare gli eroi, ripe• tiamo, ma si può sempre chìedergli di attenuare la loro responsabili1à collaborando con noi alla difesu del- 111 salute pubblica. Si badi bene che questo piccolo elenco di responsabili non vuole es– sere atto d'accusa. Niente affatto. L'elenco potrebbe essere alluuguto all'i116nito, in quanto comprende• rebbe il consumatore che isi lascia ingenuamente affascinare da una pubblicità subdola, il commesso che 102 dc,·e \'Cndcrc un prodotto per buo- · no anche <1uando sa benissimo che non lo è, ma l'occhio del padrone lo insegue sospettoso e lui deve pur mangiare. E' una cateno. di responsa– bilità di questo genere, che ci ren• dc pili vittime, alla fine, che res1>on– i,;abili. Ma proprio la consnpevolez– za di questo concatenarsi di impo– sizioni, do"rcbbe metterci in guar~ dia contro tutti i isemplic-isrni, del rendere ltttto facile. Una soluzione che con(·entri tutti gli sforzi in una sola direzione non muta niente per tlllti costoro, li la– scia soli ancora una volta a subire inutilmente. Mentre in\'CCC il mo– mento è favorevole a unu soluzione di carallcrc colletlivo piuttosto che alla solita che riserva all'élite il pri– vilegio di mettere la parola finale. Qui ci sono un sacco di rancori, di piccole frustrazioni, - che è poi il bagaglio necessario allu l011adi clas• se - sufficienti a mettere in moto tutto un 1>rocesso di rivendicazioni costru11ive. Perciò il semplificare eccessivamente è negativo; i;erve è-O· lo a smor-1:arc. Non vogliamo tirare fuori la vec– chia polemica del pom,,ierismo, per quanto la tentazione sia forte. Ci sforziamo solamente di difendere un' impostazione che pone l'azione collettiva a\ 1 anti a quella d'élite, senza escludere nessun livello d'io. tcrvcnto, anzi, sollecitando lo sfor. .zo di coordinazione di tulle le ener– gie possibili e necessarie. E non ci \'engano poi ad accusare d'utopismo, solo perchè ci rifiutinrno di credere che una società nuova possa sorge• re con il solo concorso dei voti del parlamento. CARLO 81ANC11t

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