Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

Con entrate superiori ai 10 milioni annui ci sarebbero a Torino 139 persone e 586 a Milano. Riassumendo in un <1uadro gli elementi di queste due cittù abbiamo: Contribuenti da Milano Torino 0-3 19-1892 10L239 3-1 2i0i 969 4.10 319i 1002 oltre 10 586 139 totale 201383 1033-19 .Abbiamo scelto queste due citti1 come rappresentative dc-Ila situazione esistente, ma i risuhati si applicano analogamente anche alle altre cittù. Ora è chiaro che i conti non tornano. Per riempire i palchi dei grandi teatri, ingioiellarli, per popolare le ~I rade di auto <li lusso, i porti di yachts, per riempire alberghi di lusso e stabilimenti di villeggiatura <1uesti numeri sono insufficienti. Non consideriamo poi i casi di chi possiede la villa al mare e in montagna, l'aereo privato e così via. Qui si bara. Lo dimostra il fotto.che a Roma nei confronti di..due contribuenti - Si, 1>roprio solo di due (2) - 8Ì è elevata una denuncia per cva8ione fiscale di un imponibile complessivo di 1111 miliardo contro una denuncia di soli 30 milioni. Barbabietole e zuccherieri . .Avevamo in.formato (c.r. Jlolontà N. ll - 1959) che i nostri industriali dello zucchero, preoccupati di mantenere inalterati i loro guadagni, avreb– bero tentato cli limitare la produzione delle barbabietole da zucchero per evitare che una abbondante produzione potesse imporre una diminuzione dei prezzi, secondo la dottrina classica per la quale maggiore è l'offerta minore è il prezzo. Essi hanno sLUdiato accuratamente il problema e in– '1ne hanno stabilito che l'unica soluzione era quella di rendere costante l'olTerta in modo che ahrcttanto si facesse dei prezzi. Il modo è quello classico di ogni struttura monopolistica: limitare la produzione. Così nella « Gazzella Ufficiale» N. 24 è uscito il decreto ministeriale ehe fissa la superficie complcS!iva per tale coltura; 230.000 ettari suddi– visi ira le varie regioni d'Iudin per un prodotto complesi!ivo di 72 milioni e 300.000 quintali di barbabietole da zuccherro. ln <1ues10modo la tran– quillità degli industriali dello zucchero è assicurata, anche se a spese della dottrina e della libera iniziativa. Ultimi, ma non d'importanza, chi sopporterà le conseguenze saranno i consumatori. La media nazionale - che ripetiamo annulla tulle le 1nmte - attri– buiva un consumo pro-capite di Kg. 17 annui. (Si consideri che in quelle m.cclie si tt·ovavano punte medie di Kg. 25 a Torino, Kg. 27 n Milano, etc., il che dà un'idea della distribuzione). Oggi questa media, attraverso la sol– lecitudine del nostro governo, viene ufficialmente im1>osta. Con il risul– tato "ho il numero di calorie medie per abitante viene mantenuto al suo 93

RkJQdWJsaXNoZXIy