Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

ze avrebbero ris1,armiato illusioni e delusioni e avrebbero portato il mo– vimento a non contare che quasi e– sclusivamente sulla propria organiz– zazione, .fino a farne un elemento determinante che non avrebbe po– tuto c.ssere trascurato dalle rivalità imperialiste. La solidarietà internazionale in favore degli s1)8gnoli nn1ifranchisti, così spesso riaffermata, s'è trasfor– mata a poco a poco in litanie e in imprecazioni. Invano si cercherebbe ~u quale situazione precisa, con qua. le azione. continua e concertata, le organizzazioni sorelle manilestano concretnm,cnte il loro appoggio alla lotta. I buoni sentimenti, facilmen– te espressi, sostituiscono lo sforzo e diventano a poco a poco la preda di campagne estranee alt' oggetto primitivo, mentre gli ultimi manipo– li di combattenti <:t'rcano invano do– ve si trovano i loro dilensori. In Francia, nessuno ha voluto rendersi conto che il nazionalismo coccardiero, che si camuffa così s1,cs• so sotto il coperchio della Resistc11- za e sollo l'anti-germani~mo, offri– va un Cronte di minor resistenza al– la pre~sione russa, mettendo in al– larm.e i tattici~tì del Pentagono. Jn– i-omma, non ci sono impianti N.A.· T.O. in Francia, ma le basi ameri– cane si ins1allauo in Spagna cd in quel modo rafforzano il rf'gimc fran– chista; ,l'esercito francese, <1uello che· µ;li ~1alinisti francesi presenta– vano come se non dovesse più ub– bidire ai generali tedeschi della Co– munità Europea di Difesa, sia facen– do la guerra in Algeria ed i suoi quadri si sforzano di mettere al pas– so il residuo di democratici del ter– ritorio metropolitano; il movimento anarco-sindacalista spagnolo invee• 86 chia io prigione, e la nostra inter– nazionale geme... con una coscien– za così pura. Nella lotta per l'egcmo.nia mon– diale che è in corso, le nozioni di guerra aper1a, di guerra economica, di guerra limitata o generale non possono essere dissociate. Battezzare competizione <1uello che ieri era chiamata guerra fredda; chiamare lotta d'influenza ciò che ieri era bat– tezzato confliuo imperialista, sono a– stuzie di vocabolario che uon cam– biano niente alla realtà dei Ceno– meni. L'anarchico - per la sua forma– zione, le sue convinzioni, la sua dottrina - può vantarsi di avere un netto vantaggio sui seguaci delle di– verse scuole politiche: Ca tabula ra– sa di tutti i pregiudizi nazionali e nazionalisti. Per definizione è cit– tadino del mondo. lntclle1tualmentc respinge ogni costrizione che non sia quella de.Ila nntura, considera peri– colo!oio 1u110 ciò che è autorità im– posta., lanto quella governativa, quanto. <1ucllc militare, religiosa, e– conom1ca. E' <1ucs10un vnn1aggio reale. Ma è un vantaggio difficile da conscr• varc, perchè richiede uno sforzo co– i.tante di lucidi1:1, di <·onos1.:cnza e di t°omprensione. L'anarchico 1.:onti– nua a vivere in società (è proprio <1uesta in1inrn contraddizione che lo mina e l'esalta nello s1esso tempo: non essere ingannalo dalle leggi, dalle regole e dal costume sociale e parteciparvi, tnttavin, <"omc ele– mento cosciente i-forzandosi di 1ra– sformarli). De"e, dunque, a suo mo• do e secondo le prop1·ic regole, de. finire la sua strategia e perseguire

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