Volontà - anno XIII - n.1 - gennaio 1960

mai ammaliare dal canto delle sirene, e di 1·esis1ere a tutti i 11. vieni weco • dei gran• di e dei piccoli, degli onesti e dei faru– butti; trincerandomi continuamente nel mio pensiero, forse un po' semplice e forse 1111 po' primitivo, che era meglio rimanere ... selvaggi, se tutte le Iorwe di civiltà cosid– <letla superiore dovevano aver come Lase e come principio un'oppressione, o un'in– vasione armata, col suo seguito d.i. stupri, di delitli e di morti. Sono licio di aver det- 10 «no» a tulle le guerre, spiritualmente e fisicamente, e sono lieto di aver colllli– deralo errol"e quello del grande Kropotkiu nel 1914, come quello dell'individualisla Tucker; che tullavia, malgrado questo, fu– rono uomini onesti. Ma non bisogna mai dimenticare che io mezzo a noi ci sono slati anche i farabutti, gli c§Cri iu frego– la di riformalori, gl'iutellettuali alla Tan– credi, che quarantaciuqu'auni la ci sbatac• cliiò in faccia, in guisa di catechismo, quel 11. L'Anarchismo contro l'auarchia » che a– vrebbe dovuto abbagliarci per il suo con– tenuto e Ja sua confusione, e su cui, il po• ver'uomo, sudando quattro camicie, tenta• va di mischiare diavolo e acqua santa, for– za armata e purezza anarchica, perchè - anche lui! - .riteneva che il primo com– pito degli anarchici fosse quello di salvare la civiltà millenaria, c precorrerne un'altra con la moderna crociata delle guerre colo– niali ... Abbiamo ben visto com'è Unito, il disgraziato, con 1a sua bella teoria del sal– vamento delle eivHtit. Io non inleudo afJatlo di mischiare qui, Calassi (che non conosco pcrsonalmdnte, ma che per più ragioni ho il dovere di ritenerlo un galantuomo) con certa gente. .Mi permetto solo, e amichevolmente, di metterlo in guardia. Non si tratta più di individualismo o di comunismo. Si tratta di difendere un principio che ogni anar– chico, qualunque sia, deve avere nel cer– vello e nel cuore, Quel principio che nega ogni forma di autorità e per conseguenza ogni fonna di oppressione, c che non mi– ra che a una sola civiltà, sia pur lontana quanto si vuole: quella in cui gli uoruini, co!l<:ieuti della propria funzione, siano ca- 64 paci di vivere associati - o isolati - sen– za sentire il bisogno di imporre niente a nessuno, e senza subire imposizioni di sor• ta. Che l'anarchico viva, mettendo in pra• tica il più possibile queslo concetto, senza lasciarsi affascinar.e da sentimentalismi bu– giardi, e da simpatie per certi t)alliativi che non sono altro che specchietti per I<! allodole, scrvcnli ai politic1rnti dì ogni ri– sma e di ogni colore. E' questa la sola maniera di camminare verso una forma di civiltà, che se un gior– no sarà, non avrà lradito il nome che avrà porlato. Lo creda, Gala8Si. J. ~hsc::11 Parigi, dicembre 1959. Sono lieto di aver scritto, con w1a cerla abilità, q1uilcosa di u,~ certo interesse. Mi spiace praprio che per molte parli 11011 sia di gradimettto u Jllcuci.i, Quello che io cerco di fare è riportare ciò clie ho visto e lw sentito, .sia euo attarchico o no. Mi interessa )oltanto di essere obiettivo, nelfo misura che questo atteggiamento 11011 divie– ,ie conservatorismo. I a il puu<,porto lo u.sa per andare dove voglio, dove riesco, anche negli dati che M. non gusta. /'rima di dire che u,1 po.sia è 11naprir,ione, se posso, vado a guardarci dentro. Mi pare onesto. A lui 110? Pcrcl1è? Ilo riportalo, a proposito di salari, qu.011• lo mi lumrw Mtto gli i11teressuti: il elle ~omprende, evidentemente, lutio: ecce:io– ni, esugera:io11i, ecc.; e serve " dipi11gerli meglio. Non mi occiipo di teorie nè di metafisica ,!elfo libertà e della servitù; ho conslatalu che dalla appre.uio11e degli europei 11ei paesi calottiali è nata unc/1e la rivolta de– gli oppressi; che è una belliuima cosa. Nau mi intere,uana - in. mezzo a noi. - i farabutti, i. riformatori. e gli inlellettuali 11è quelli che ci sono stati 11è quelli elle ci so,io. Mascii. ed io abbiamo idee diverse: tanto meglio. lo non sono - in anarchi– smo - conservatore. • Abbiamo messo, nella mo leuera, civil– tà in luogo di civilizzazione; che è, in ita• lia110, 1111. brutto barbarismo. V. G.

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