Volontà - anno XIII - n.1 - gennaio 1960

R V S T E (COM MEN T 1) a Chc ciascuno di <1uei privati che ei fan– no 1•agare, e che costoro cbiaman sofisti e consi1lcrano rivali ncll'nrle, 11iun'allra e• dnl'azionc inwintiscono che non siano a1,– JJun10 11ucs1c 01>inioni del volgo, eia esso e· i,;11resse quando si raduna, e quesla chia- 1110110 sapienza: come sarebbe ili uno rh" a1111rcndcssc gli umori e gli a11pc1iti di una Lu:s1ia cresciuta grande e gagliarda, come bisogni accos1arlcsi e corno tot:carla, e ((uamlo sia più iotrauabile, o più mansa e 11crehè, e le singole voci che via via ha la :ibimclinc di cmeucrc, e quali sian quelle. in boi·ca a un altro, per cui CS!ll si amman• sisce o si in fu rin; e avendo n1111rcso tuno ciò col viverci insieme e col passiu del tempo, lo chi:nm1ssc sapicnzo, e sistematolo romr in una arte si volge1tse n insegnarla, 11cnz11 nulla 11apere in verità cosa sia bello o bruno, buono o cattivo, giusto o ingiu• ~•o di !Ali 01,inioni e desideri, m:t 11010 111•· plicando tutli questi nom; alle opinioni 1lella ~rande bestia, chiamando buone le cose cli cui quella si dileua, cattiva quelle ()('r cui 11iarrahbi11, nè avendo altra ragiont· nlruna da drire su di c11se, mA chiamando giuslc e belle le cose necessarie, senza aver mai ep;li veduto nè essendo in grado ,li mo• strare ad altri di quanlo in reah:l le 1111• iure del necessario e del buono diff"eriscan tra loro. Un 1ipo simile, per Zeus, non IÌ par t•gli sia un ben curioso cducalore? •'· lgrrnzio Sifone 11011 poleva mcuerc una iJ. lmtrazione migliore alle idee che egli espri, me 11cll'effìcaco scritto « Mnlauie croniche• 1 Plaionc, La Repiibblica. Ver11ione di Francescò Gnbricli, libro VI, pagina 217, Editore Sansoni, Firenzo 1950. su Tempo Prt~entc 1 , di qncst"apologo lii Pl:llone. li conformismo, tome si Ycde, è 1111a nrnlnuja di sem1•re. li frtnoloso allinenni lici le11er11ti.degli artisti e dei commedian– ti alle congiunrnrc politiche, ali~ fortune di un 1littatore, di un go,,cr1111111e, di uu 1•arti10 è di tutti i tempi. l\fa, come fn giustamente osservare Si. Ione, i con1rm1li di iilee, le critiche al tota• litarismo, sono indi11cndcnti lini mutnmcnli che 110~110110 avvenire nelle relazioni tra gli stati, e dai progressi tecnici che 11irag. 1=iu11gonoin 11uesto o qnest'ahro paese. « Uno scriuore degno di qucslo nome non J)UÒessere che al 11ervizio dell'uomo D e i fenncnli rinnovatori di un J)aese bisogna sa1Jerli cogliere tra il popolo, e non tra i go,·ern:mti. « Le pnrolc che cambiano la fnccia del mondo 11i 11ropagano Rhilual• men le di nascosto ». A ffcrma'l!ioni che fa J)iAcere udire in qucs1i nostri 1empi di con– formismo e d1e bisogna lencre 1irese111iper a, ere un t'hi:1to orieniamcnto di critica t tli gimlir.io . Ancora sulle ca•• chiuse Tuni coloro che non hanno ancora di– (tcrito In legge l\lcrlin srnnno ruccogliendo notizie, statinichc, infonnazioni per dimo- 111rnreche In ~op11ressione delle case cbiu– ~c ha portato un aumento negli atti osceni, nelle ,ualatlic ,eneree, ncll'omoses11ualità, ctl lrn creato una 1111ovrt professione, quel, la delln ragar.zn « squillo •· Si grida contro l'inunornlitil: in una citti1 come Milano, ))er esem11io, certi vi:ili frc– quent:iti da • quelle,, 11ignore sono diven• tati « ocr limils » nlle signore perbene. 1 a. [V, n. 11, novembre 1959. 57

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