Volontà - anno XII - n.10 - ottobre 1959

fiochè un bel giorno è scoppiato il movimento clandestino anche in Fran– cia. Un amore tira l'altro, il nostro pianta la donna per la patria; lotta in Francia, poi in Algeria; infine si rifugia in Marocco, ferito. Lei a cer– carlo dappertutto, fare inserzioni sui giornali con tanto <li fotografia, pro– mettere mance per chi lo ritrovi. Lui invece duro; silenzio; oblio voluto. Ma al fronte, in un momento critico, non resiste, e le manda una bella fo. to, presu da un giornale dell'Armata di Liberazione Nazionale, dove com– pare con tutta la sua squadra, in tenuta da comhattento. « Perchè non le hai chiesto soldi per il movimento, che ne aveva tanto bisogno? « Eh no, questo non va bene >). Nell'appartamento sotto al mio, sento un pianlo che mi pare di bam– bina, quindi un tramestio e una voce d'arabo arrabbialo che batte la bimba a lungo, ritmando i colpi con una pat;ola francese: 1< voilà, voilà, voilà >), Interviene la madre, discutono, si calmano, qualche minuto di silenzio; di nuovo il pianto e ancora la pioggia di colpi: Il voilà, voilà, voilà )); nel– la lingua imparata dai padroni. È un impiegato statale, forse, un microbe– nestante, che può permettersi il lusso di quell'appartamentino all'europea; che ciel comportamento europeo con i più deboli ha appreso anche C[lrnlcosa. Ciò che mi gela - e non ho la forza di alzarmi e di riounciare alla curiosità - è l'impossibilità di reagire j nemmeno in Europa, probabil– mente, riusciremmo a superure il vecchio preconcetto della privacy fami– liare; ma lì, in quell'ambiente e a quell'ora, la sensazione della mancanza di un qualsiasi mezzo d'intervento, [a veramente male. 28 Sull'apparecchio deJl'Air Maroc ci servono un pranzo completo, su un vassoio grande trenta per quaranta, che s'incastra nei braccioli della poltrona. C'è tutto in una sola volta: dal Martini al vino della Mosella, dall'anaoas aH'acqua minerale, dalle insalate a dolce e frulla: con ogni utensile necessario al consumo. È un miracolo di precisione, condeusame11- to e tecnica, che mi ricorda la storia cli un amico svedese. Tage Soderlund, onesto impiegato d'una compagnia di assicurazioni, aveva una moglie bellissima, fedele, dolce, e tre Liinbi ch'erano degli amo– ri; ma non era felice. Ogni pranzo in casa gli era divenuto un tormento, che col passare degli anni si faceva più èloloroso. Si era appena messo a tavola, che t.ac doveva balzare in piedi perchè non c'era il cucchiaio: an– dava a prenderselo lui in cucina; gli seccava disturbare la moglie. Si rise– deva, ed ecco, senza tovagliolo: su ancora, a cercarselo. Oggi mancava la birra, domani la senape; ora la medicina per il minore, poi la pera per l'altro: « va bene che è carissima, Ja frutta che viene (laJl'Italia, ma se l'hai comprata, benedetta mia, devi pure dargliela ... ». Sì che un giorno fu CO• stretto a levarsi tredici volte; e, quel ch'è peggio, pur nel fluttuare capric– cioso dei diagrammi statistici, che a"eva principiato a tenere, gli pareva certo, di mese in mese, che la linea dei sussulti da tavola ( e parallelamen• te delle incisioni nella sua mucosa gastrica) continuasse tenacemente a sa- 595

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