Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

grammi delle altre scuole rcligioi:,,e, meno s'intende, l'insegnamento del .:attoliccsìmo. Questo i11 realià !u un vero e ))l'O· prio problema grave che bisohrn.ava superare risolvendolo in favore della scuola, ma per quasi tutli gli anni in n1i durò l'inizialiva del Ferrer, si fece sentire in maniera veramente pesante la diffi('olti:1 di trovare degli rnsegnanti (_'he lo capissero e fossero disposti a seguirlo. Alla direzjone didattica della scuola venne posta nna giovane don– na. Clemencia Jaequinet, compctcn– tt> di pedagogia e di tulle le scienze riguardanti l'educazione. .Nonostante le difficoltà, alla fine del primo r.nno i fruLti erauo già vi• sibili e di una c<•rta importanza, SO· pratutto perchè il Ferrer era riusci• to ad accaparrarsi e .icl intercs:-are alla sua iniziativa due professori in. segnanli alla Universi1i:1 di Barl'cl• loua molto conosciuti e stimali e che presero 'l'impegno di alternarsi ogni quindici giorni, alla domenica nrnt• tina, per lcnere lezioni di i-t.oria na• tui-nle, di astronomia, geografia, fi. f'.Ìologia, igiene e anatomia. Questi profossori erano Odon de Buen e Martincz Vargas, e a quest'ultimo ,,ra stato assegnalo l'in<·arico di te– nere le lezioni d'igirnP, d'anatomia e di fisiologia. Queste riunioni do– nwni<"ali erano pnrt.icolarmenle Se• guite anche per('hè, oltre ad tm pub– lllil'O vario e mutevole anche di per– sone adulte, 1c lezioni servivano a– gli sturlenti, che erano tenuti a se– guirle Hcr poln wolgere le loro lezioni in clns..:.c,e 1>erchè vi era l'in– lervenlo d'cgli insegnanti che, rivo]. gendo domande su particolari pro– hlemi riferentesi agli studi in corso d' ins.ci: ,r,rnmento. permeltevano ai 512 1.:onforenzieri di cs1cndersi e chiarire il pili possibHe le loro esposizioni. Questa iniziativa dimostrò franca~ mente che alla Scuola Moderna si tcnta\'8 veramente qualche cosa di nuovo, e che questi tentativi per scuotere le acque morte della culLUra e della sua diffusione erano seri e seguiti. Con lo svilupparsi e l'ampliar· si della sua iniziativa, al Ferrer sor– sero ahrf' nuove diffi1·oltà: oltre quella degli insegnanti sempre viva, quella altrettanto grave dei testi di insegnamento. La Sn1ola Moderna non voleva nè intendeva seguire i programmi d'in• s1:gnamento fo•sati cd applicati nelle altre scuole, c1uindi si trovava nella irnpo~sibilità di trovare già pronti dei lesti nuovi cd adeguati all'opera intrapresa, Bisognava farne dei nuo– yj e pubblicarli, poidtè po<'hi o llf'S• sun altro editore si sarebbe azzar• dato a farlo. Ma qucslo era un Ja. voro che domandava tempo e grandi possibilità, e per i IHimissimi tem. pi fu gio, ·ofor.rn adouarc o adattare (Jt1elli che Celso Goniis, un profc,.;. sorc delle scuole laiche, aveva pub• blicato presso la Casa edi1rice Tasso, che erano fra i migliori di carattere laico. Ma il problema rimaneva sopratul- 10 pn l'avvenire e bisognava affron• tarlo assicurandosi dei testi redatti cla specialisti e ('urandone <lireua– mcntc la pubblicazione. I ,•cechi te– sti (·hc si tcnlarono di arrangiare su– bito o che si trovavano presso altri edi1ori non si dimostrarono molto buon i, cosicchè i I F'errer si convinse d'integrare l'opera educativa della Scuola Moderna con una Casa edi. trice che si occupasse della faccenda. Vi erano certamente delle opere

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