Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

compagnò la riforma cost.i1uzionale in senso collegialista che sostituì i[ Presidente della Repubblica con un Consiglio Nazionale cH Governo di 9 membri, cinque della maggioranza (batllismo), 4 d'eJla minoranza più forte (ParLito Nazionalc),1 è una consegucmrn di tJuesto bipartitismo che eli– mina il sistema proporzionale nell'esercizio della democrazia rappresen– taLiva. Gli Enti Autonomi (U.T.E., Soyp, Sodre, Amdet, Ancap, etc.) hanno ciascuno un direttorio di 5 membri che, grazie alla stessa riforma costitu– zionale, devono essere nominati 3 dal partito maggioritario e 2 da quello che detenga la minoranza pili forte. Tale j] sistema del << 3 e 2 ». E, come conseguenza naturale seLbene non registrata nella Costituzione, a questi ,lircuori i rispettivi partiti potranno imporre i candidati per i posti alti e bassi. Così i partiti politici maggiori l:ii trasformano in organi dello Stato e in agenzie di <·ollo<"amento. }~ gli Enti Autonomi, in un mercato di voti. Que– sto !a che la importanza attuale dell'<c apparato>> dei partili, che menzio– navamo (•(une fonom1mo gcnt•ralc, assuma nell'Uruguay caratteri specialis– si1ni e forse decisivi. Il cammino dell'anarchismo, ncll'Un1gnay, come qui e, jn ogni llarte, è quello dell'azione diretta in senso creativo; nell'Uruguay ciù potrebbe <-cm:-;istPrenella ..rea,r,ione di comunità contadine e nella lotta contro il Ja- 1ifomlo nelle carnpa~,.ne, e, in ciu:,, nc1la socializzazione degli enti auto– nomi, vule a dire nella loro gestione da parte di produttori e ~onsurnatori associati e, in generale, da parie degli interessati, con un carattere coope– rativo e senza l'ingerenza di interessi poliLici. Nell'Argentina le possibiliti, sono di gran lunga maggiori: credo che qui la Lradiziout> clelle coopera– tive sia molto radicata e che se ne potrebbe trarre profitto, tenendo conto anche delle tradizioni di autonomia sindacale. QuesLi non sono altro che esempi di eomc l'azione anarchica può - a mio· modo cli vedere - adat– tarsi alle caratterisLiche locali. Nemmeno il problema dei metodi di Joua può essere risolto prescin– dendo dalle situazioni e dalle possihiliLì, locali. In proposito voglio dire– la mia opinione strettamenlc personale: clnranle tutta la mia vila il pro– blema della violenza mi è sembralo angoscioso, per le ('Ontraddizioni che smi<"itadentro d'ell'anarchismo e per la dirficohI, quasi imolubile di stabi– lire un limite Ira la violenza cli liberazione o cli resistenza (t>ntrambi ca8i di legit1ima difesa) cla nna parie e la violenza oppressiva dall'altra. Con– fesso che la tcnlazione di giungere in questo terreno ad una l'onclusione assolu1a in senso negativo come quella di Tolstoi, fu per me sempre mol– to lor1e. Ma Tols1oi credeva in Dio e lasciava a quest'ultimo la responsn– bilità delle conseguenze. E noi no. Dobbiamo quindi rasscgnar<'i al fallo- 1 Nelle uhime elc1.ioni tlel novembre 1958, pMtcrinri a f1uesta con(erenza, il rap-· porlo fra queste due forze s'è im,erlito. Il Partito «Colorado» la cui tc111Jemrn domi– nante è il batllismo e che ha avulo Ja maggioram:a per più d'ouanl'.mni, è stato sconfino– clal suo riv.ilc ércilìtario, il Partilo Nazionale o << Rianco )l. 498

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