Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

che la realtà non ha nulla di assoluto e non possiamo npplicarl~ un cri– terio assolu10 senza rinchiuderla autoritariamente in un modello 1>rcfab– bricato o rinchiuderci egoisticamente in soluzioni iudividuali, clisiotcrcs– sancloci di tuui gli altri esseri umani, che sono fattori indispensabili della nostra stessa vita. L1 termini generali credo che la rivoluzione concc1>ita come insurrezione armata, non sia un ideale, ma un male che può diven– tare necessario. La rivoluzione profonda non dev'essere necessariamente violenta; anzi, è tanto più efficace e duratura, quanto meno sia violenta. L'educazione dello spirito di violenza è educazione al Lotalirarismo: bi– sogua educare in cambio lo spirito di sacrificio e di resislcnza, legato con la cliicsa del lavoro ercalivo e della stessa libertà cli creare. Ma riconosco d1e, mentre ucll' ruguay non vi è obbiettivamente una situazione rivolu– zionaria, come è probabile che non vi sia negli Stati Uniti, nè in Inghil– terra, nè, mettiamo, in Svezia, non si può dire lo slcsso, per esempio, dell'Italia, o della Spagna, o dell'Ungheria. Sull'ArgcnLina non saprei J}rO• nunciarmi. Ma credo che, in questo momcnlo, qui nemmeno una ~ituazio– ne insurrezionale sarebbe neatrice, e che vi sono, in cambio, molti cam~ pi aperti a creazioni sociali con possibilit~, libertarie, the forse occorrerà difendere a posteriori, arn:he arrischiando la vita. Uua delle affernrnzioni di Malatesta, che varrebbe la pena di approfondire, è quella del grndua– liRmo rivoluzionario. Questa diversità ci impedisce di gcnert1lizzare in que– sto tema dei metodi e ci inibisrc anche di emettere giudizi assoluti. Un altro problema di metodo che minaccia di trasformarsi in sostan– ziale, è quello delle minoranze orientatrici; quesle esistono sempre dentro un movimcn10 di trasformazione rivoluzionaria e possono provocare con il loro esempio e la loro e!ficienza organizzativa nel terreno ccouomiro, cul– lurale, sanitario, tm rovesciamento di Of>Ìnioni nelle masse nei mornenli dc('isivi. Ma fin quando queste non si riconoscano come somma di individui, interi in se stessi, che 1>ensano e operano come tali, fin quando non siano <·apaci di presl'imlere dallo Stato o non vogliano tarlo, fin qnanclo si impc– ~ncranno a crearsi nn governo, noi non polrcmo nè dovremo impccliq:dielo, sotto pena di convertirci noi stessi in governo, ciò che sarebbe il peggio– re dei suicidi. Rinunceremo quindi in questo caso acl una sterile imposi– zione, ma ci manterremo in una opposizione che. per 11011 essere ugual– mente sterile, dovrà essere coslruttiva. La difesa della nostra liber1(1 di crea– zione socialista autonoma avri, allora il valore di una difesa di tutte le li– be1·1~1 creatrici, per lutti. Con que8tn strada, tanto diversificala, aperta clavan1i a noi, si com– prende l'importanza che acquista, dal nostro punto di vista, il problema culturale e specialmenle qnello della difesa della personalità <·oniro le forze irrazionali omogeneizza111i che la minacciano. Nell'Uruguay, e in misur:1 minore>. credo nell'Ar~cntina, abbiamo, nelle rcla1h,e autonomie

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