Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959

di predica in predica, e hanno fiuito sempre peJ:sedersi, dopo i sermoni, aJla tavola di questo ricco di tanta dubbiosa salvezza, per dire così, in una maniera aperta e [paladina: il Vangelo non è altro che una maniera lirica di parlare, metafore, metafore rettoriche, tutta rettorica, fatta solo per abbellire il sermone mellifluo e domenicale dei predicatori [eleganti. Cos'altro potrebbe essere? •- dice la volpe. Cos'altro potrebbe essere? - dice l'uomo domestico. Ma ecco che giungono adesso alcuni uomini strani, i rivoluzionari spagnoli, gli anarchici iberici, gli anarchici angelici e adamici, l'uomo eroico che dice: uon ci sono rettoriche. L'uomo eroico che afferma e che sostiene che il verbo lirico cli Cristo e cli tutti i poeti non è una chimera, ma un indice luminoso che ci inviia all'azione e all'eroismo, e che questa metafora ciel cammello e dell'ago, del povero e del ricco ha un si– gnificato che, sviscerato e realizzato, può riempire, se non di al– legria, di dignità, la vita dell'uomo. Questa è la esegesi eroica. La esegesi anarchica. Ascoltate: bisogna salvare il ricco, bisogna salvarlo dalla di11a1ura delle sue ricchezze. Perchè al cli sotto deHe sue ricchezze c'è un uomo che deve entrare nel regno dei cieli. « nel regno degli eroi ». Ma bisogna salvare anche il povero. Perchè al di sotto della sua povertà c'è un altro uomo che è nato anche lui per essere eroe. Bisogna salvare il povero e il ricco. Bisogna uccidere il ricco e il povero perchè nasca i'UOMO, l'uomo eroico. L'Uomo, l'uomo eroico è quello che conia. Nè il ricco, nè il povero, nè il proletario, 467

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