Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959

,dno l'ex-ministro Huiz-Zorilla re• pubblicano, amico di Fraucist.:o Fcr– rer. JI Nostro aveva lasciato, anche esso, la Spagrrn nel 1886 e si era sta– bilito a Parigi, desideroso cli un cli– ma di libertà e di condizioni pili fa. vorevoli per poter continuare la sua opera di rivoluzionario. Tutta l'attività di Francisco Fcrrer in Spagna era stntn rivoluzionaria. Aveva partecipato a movimenti in– surrezionali, sostenuto scioperi, fon. dato il giornale « La Huclgn Gene– rai », collaborato e finanziato gior– nali anarchici cd unnrco-sinclncnlisti. Cosi, urrivaudo a Parigi, nou gli par– ve vero di trovare gli anar('hici Carlo Malato, Jcan Grave, cli mettersi in relazione con lo scienziato nnarchico Eliseo Reclus per i I quale uveva una f!ramle ammirazione. D'altra parte la sua mente eelet– tica trovava nell'nmbiente culturale parigino il modo di sodisforc la sua sete di sa1>ere. Diventò amico dei migliori intellettuali e scrittori di si– nistra. Senza soldi, con nna famiglin nu– merosa da mantf'ncre, d'ovetlc lot– tare duramente per trovare tm lavo– ro che gli assicurasse i mezzi di sus– sislenzn. Aprì, persino, un ristora11- 1c a cui diede il nome significativo di« Libertad » ma che dovette chiu– dere 1>ocodopo perchè, purtroppo, i numerosi clienti, rifugiali spagno– li, non erano in condizioni di poter pagare i pllSti che c·onsmnavauo. lnC'orninciò ad inscg.irnre lo spa– ~nolo cd ebbe un /!rande successo. Egli era \'eramente maestro· nell'in– segnare. Compilò an('he un Trattato pratico per l'insegnamcnlo dello spagnolo che venne edito cla una delle 1>iì1µ:randi Case Editrici fran– cesi. lmpro\'visumente di,,cntò (< l' uo– mo del giorno » per qualche colpo di revolver sparatogli contro sul bon• levard Montmnrtrc, dalla moglie che cm esasperata dalla vitu difficile che dovevo condurre con quc:-10 idcali– t1ta, che si rifìutnva di far soldi no– nostunte il suo ingegno, che era sem– prf' esposto alle persecuzioni e cor– l'f'\'a rischio di essere a1·rcstato nei :-uoi Crequeuti \'iaggi dandcstini in Spagna. Poi, gli arrivò, la fortuna iu da1rn– ro, da una ricca scolara che aveva subito il fascino delle idee e della personaliti1 morale di Francisco Fcr– rer e che, morendo, gli aveva lascin– to gran parte del suo patrimonio. F'crrer si 1.rovò d'un f•olpo ric<·o; ne fu co1.1te1110 non 1-'Cr F,è, chC mai considerò come suo quello che egli :1veva ereditato, ma ,,erd1è forni. mente poLeva realizzare <1uello che cm stato il sogno dei suoi ultimi un– ni: la Conclmdone di Scuole Mo– derne. Ed è in pagna che incomincia quciila sua nuova opera. In poco tempo egli fonda 14 scuo– le a Barcellona e 36 in Catalogna, fre<ruentale, nel 1907, da 1.700 al. lievi. Ma egli non si accontenta soltanlo delle scuole. Il sapere, per lui, non doveva essere un privilegio di una ristrella « èli1e », ma diventare pa• 1rimonio del popolo. Diventa c<li– lorc: testi nuovi per le nuove scuo– le, riviste pedagogiche per formare i nuovi educatori; moltissime opere scientifiche, scelte con acuta intelli– genza, per la divulgazione del sa– pere. Fonda anche la Lega I ntern.lf .– zio11ale per l' cclucn:.ionc ,lell' infn11· zia allo scopo di irradiare le nuove 399

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