Volontà - anno XII - n.5 - maggio 1959

Su·auss, Marx, Engels, Feuerbach, Le Dantec, Diderot, Huslej, Freud, Leopardi, Carducci e gli attuali ma• terialisti, illustri biologi, Rostand, Much, Padoa e mille altri: tutti can– lano un dolce inno alla naturalezza della vita che si evince, si svincola dal regno teistico dell'oscurantismo al quale la patina del tempo e le tenebre del passato l'avevano rele– gata. Per quanto concerne noi, e più particolarment.c la nostra speranza di persistenza tmimica in altro mon– do, preferiamo non possederla. Di– ceva Le Dantcc: « Se mi si d'esse a scegliere, durante la vita, fra l'atei– smo e la fede, potieT esitare: all'o• ra della morte non esiterei punto: l'ateismo è infinitamente preferibi– le. L'ateo, sapendo quanto egli è ca– duco e che egli cessa ad ogni ma– meuto, di essere sè stesso, non può aver paura della morte». A noi per la speranza e la gioia di vivere è sufficiente la visione biocosmica ciustcniaua: visione semplice, pitto• rcsca e sconfinata allo stesso tempo; panorama realistico e poetico oltre ogni dire. Dice l'Einstein, il padre del relativismo, cioè dell'umiltà uni– versale: « ... La più "6ella sensazione è il lato misterioso della vita; è il sentimento profondo che si trova nella culla dell'arte e della scienza 1►u1·a. Chi non è in grado di provare uè sorpresa uè stupore è per così dire un uomo morto. Conoscere le manifestazioni dcli' intelletto pii1 profondo e clella bellezza più lumi– nosa, ucccssibilc alla nostra Ragio– ne, <1uesta conoscenza e questo sen– timento, ceco la vera devozione: solo in questo senso od in questo senso soltanto sono un uomo pro– fondamento religioso. Non posso 302 immaginarmi un Dio cli forma uma– na od in ogni modo l'id"ea di un Dio cui corrisponda o meno il carattere antropomorfico, un Dio che ricom– pensa o punisce l'oggetto irrespon– sabile della sua creazione, un Dio soprattutto che esercita la sua vo– lontà nello stesso modo che l'uomo la esercita su sè stesso. Non voglio c non posso figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte cor• pornle: quante anime deboli per paura e per egoismo ridicolo si nu– trono di simili idee. Mi basta sen– tire il mistero dell'eternità della vi– ta, lottare attivamente per afferra– re anche una particella piccolissima d'ella intelligenza che si maniiesta nella Natura! >l, Donde si deduce che il biocosmo è palingenesi per– petua, metamorfosi infinita, cioè e,iergia che si accumula [materia e quindi mc,teria che si disperde ( e• nergia)]: imperituro ciclo delle co– se. Pct· quanto riguarda noi non pos– siamo non stare che con la visfone realistica di questo colosso della Scienza: subliruan1entc indicativo è stato il recanatese (Leopardi), il massimo cantore naturalistico del– l'Anima mnana, circn la sua inenti– tà e tuttavia il suo immenso valore terreno:... « Amore e Morte, inge• nerò la sorte - Cose quaggii1 più belle - Altre il mondo non ha - Non han le stelle! ». Uccisione della Spc– rnnza? Uccisione d'el Bene? Non parrebbe, almeno per chi sa inten• dcre con la mente del Budda, lo Svegliato! Ma perchè irarsi per un innocuo tentativo di ricerca, per una tran– quilla dissertazione filosofica, più o meno personale? Nella lapide tli

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