Volontà - anno XII - n.4 - aprile 1959

fare clelf'ampoll<>su «11tù:011fo,·mi ...mu? Mi sembro ,x•rame11te 110,1 ero il.rw ~o. Gra:ie dell'ospitalità e t·on i pi1ì cordiali s<1l111i. t.10 Dr. Lu1c1 LAKA'l'1'A A noi non pure che essa muti il valore del t1u$il1·0 dis,·orsu u 1mgi11a76 del numero citato; poichè <1uaudo una assoc-iazione - in un t•strn110 dello statuto puhblieato sul retro delle tessere d1e distribuigce ai s0<·i - melle in J)rimn riga unn uffermazione, <1ucslu ovviame111e va ritcnutn fo11da111e11- talc- e snn1issima, 1>ergli i;copi sociali, Nel l'uso 1::pccifito, quindi, << la difesa della famiglia >>. Uclln <1unle si uccu1rnno - per difenderln, e-levarla, omogcneizzarlu, ammodernarla, san– Lifìcarla, rinsaldarla. <'CC.ecc., - centinaia di is1ituzioni e i,,Ocie1ì1 in tulio il mondo, e in maggior numero nei 1rnesi urretrati 1 !'-Ottosvilu1>1>atie meno civili. ( E nessuno pili parla di distruggerla o per lo meno liruiturne gli d– fe11i negativi. o abbreviarne lu vita, nemmeno fra i socia1-cornunisti; <111nn- 1unquc lutta In 1rndizione genuinamente sodalistn df'I se,·olo scori-Q 11e indic11ssr la fine come una (·orulizionc im1lrC!'-tindibil<' da UIHI futura :-o– (•ie1:1. libera e felice). Non c'era quindi bisog.uo , a nostl'o avviso. della collabornzionc del– l'AlED, iòl(' lo scopo vero della stessa dove,a esser<• quello riporlato: :-e è un al1ro, - come noi Ccrnrnmente crediamo, forse stupidamente - allora si. A meno che per davvero tutli in ci-su pensino di dover <-'edrre Sf'lllJlrc, J>cr ,wcf'tlato malvezzo. alla forz(l relrogr11da elci IH'Cti; o. conu~ rli<·c molto bene il do11or Lara11a (con abbondanza di sost:mtivi ,. eon un verbo alla moda) che: • la propensione alla <'Orwiliazio1w Mn la flo::h:ionc <·attolica sfo del 111110 scontala »• .Ma c·iò. fortunniam<'nle, non è vero. Fine di unostatomonostico E" qucs10, in :-ostanzn, il sig11iricalu de~li H\\'(•11i11w111i dt·I Tilwt, nssolut:uncnte incomparabili i.:on quelli ungherei-i. Il Tibet Pnt l"ul1i1110 staio di 1i1,o interamente medioevale e chiesastico, do\C il polcrc era nelle mani dei nobili e dei monaci: monaci latifondisti. usurai. impositori di 1nssc d'ogni spede, mercanti, nnuniJ1ii;trnlori della 14iustiziu nlln"'"•~o lf• pene corporali. Solto il loro dominio, viveva la 11111:,;!-11 dell1• po1•olnzio11e ('On tadina: un milione, un milione e mezzo di servi. ::.ol!/!Cllia cento. duc– (•f'nlo mila aderen1i al clero. Questa situazione sociale, che eonlinuan sollo il lonlano e hlando JHO· 1e11orn10 t·inesc, i· felicemente in vin di mutnmenlo e cli liquiclazio11l". I dncsi nv<'vano <·reato, a cominciare dal 1951, una loro amministrazione parallela n quella lot·nle, 1eligiosn e millenaria; ('On la qualf". c·cr<·avano, tu11:wia. di non porsi in dirello eontraitto; e 11er (•iò avevano rin1111<·iato !'-in nll:.1 rifornrn fondiaria d1e alla C'"ren;,,ionf'di ,·001,crativr- n1?rin1I<•; le 208

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